Fatti salvi colpi di scena, dai ripensamenti alla riconsiderazione dello stato dell’arte all’invero improbabile modificarsi dell’oggetto di cui trattasi, Palazzo delle Orsoline in Bellinzona si troverà ad ospitare anche una sessione straordinaria di lavori del Gran Consiglio, sessione con la peculiarità dell’essere mononota (per dirla con Stefano Belisari in arte Elio) e monotona (per dirla con quelli che ormai conoscono la storia per filo e per segno, alcuni avendola trovata incongrua, altri considerandola trascurabile, altri ancora approvandola: alle somme, tutti). Tema: l’interscambio di competenze – interscambio ormai parziale, ma rilevante per tipologia e portata di alcuni “dossier” – fra Norman Gobbi e Claudio Zali in seno al Consiglio di Stato, formula adottata dopo che in prima battuta era stata posta in atto la procedura per il passaggio di Norman Gobbi alla conduzione del Dipartimento cantonale territorio e per il transito di Claudio Zali nella direzione opposta, ovvero al timone del Dipartimento cantonale istituzioni. L’accesso alla modalità della sessione straordinaria, in questo caso su iniziativa assunta in seno al “Movimento per il socialismo-Mps”, è garantito in presenza di un terzo almeno degli aventi diritto, ossia dei membri del Legislativo cantonale; quota raggiunta stamane, come indicato dal deputato Matteo Pronzini con un lancio su “Facebook”, grazie all’adesione dei due esponenti del Partito comunista (ossia Massimiliano Arif Ay e Lea Ferrari) e di tre deputati neocentristi giàp, al secolo Giovanni Capoferri, Claudio Isabella e Gianluca Padlina.