A chi il pezzo fosse destinato, vai a sapere; qualcuno, di sicuro, era interessato a vedere e quantomeno ad intavolare una trattativa commerciale, qualora non l’avesse già conclusa in altra sede e stesse dunque aspettando soltanto la consegna del prodotto. Un paesaggio olandese per mano di un olandese iperattivo fra gli Anni ’30 e la metà del ‘600, e stiamo parlando di Jan Josephsz van Goyen da Leida che ebbe vita grama e morì in miseria famelica, nel dipinto intercettato giorni addietro da operatori della Guardia italiana di finanza durante un controllo di immediata retrovia nel Comasco, fascia di confine, su veicoli provenienti dal Ticino e meglio a ridosso del valico di Maslianico su Vacallo frazione Pizzamiglio; il quadro, non dichiarato in frontiera nemmeno come articolo in esportazione a carattere temporaneo, si trovava nell’auto di un cittadino italiano in transito, e sullo stesso veicolo sono stati trovati anche due volumi dedicati per l’appunto alla figura ed alle opere di Jan van Goyen noto anche in altre grafie tra cui “van Goojen” (“I.v Goyen” i titoli impressi in oro con discreta riproduzione di una delle varie forme utilizzate nelle firme; i libri stessi, oltre a certificare l’esistenza del quadro nei cataloghi ufficiali dell’artista, hanno un discreto valore venale); da presumersi che un compratore fosse pronto a metter mano al portafogli, una volta che fosse stata verificata l’autenticità dell’opera, del che si stanno occupando anche i periti della Guardia italiana di finanza.
A rigore della tipologia del lavoro nella peraltro rilevantissima produzione (almeno 1’200 dipinti…) di Jan Josephsz van Goyen, e sempre che non si tratti di una copia per mano di altro artista o di un falso “tout court”, in un mercato ordinario il pezzo sarebbe quotabile attorno ai 30’000 franchi. A carico dell’automobilista, risultato poi essere un 53enne abitante nel Milanese, sono da prevedersi sanzioni piuttosto elevate.