Prima che nel mondo sportivo, è un lutto nella cultura popolare e nell’attestazione del ruolo femminile ad ogni livello della società: ché emblema identitario fu, è stata e resterà Doris De Agostini, pluricampionessa dello sci e testimone del territorio, deceduta oggi all’età di 62 anni dopo coraggiosa battaglia contro un male da cui era stata aggredita. Airolese, nata con gli sci ai piedi, non aveva nemmeno compiuto 20 anni quando colse un bronzo in discesa libera ai Mondiali 1978 di Garmisch-Partenkirchen, in Germania, alle spalle di Anne-Marie Moser-Proell e di Irene Epple; due volte seconda in Coppa del Mondo (1980-1981 e 1981-1982, dietro a Marie-Thérèse Nadig prima e dietro a Marie-Cécile Gros-Gaudenier poi), nella stagione 1982-1983 – sua ultima annata agonistica ufficiale – andò al bersaglio grosso e, conquistando tre vittorie nello spazio di sette settimane oltre ad un podio ed a vari piazzamenti, divenne campionessa di disciplina. In quello stesso 1983, Doris De Agostini fu eletta “Atleta svizzera dell’anno”; 19 in tutto i podi ottenuti. A lei, poi coniugatasi Rossetti con Luca Rossetti già hockeysta in maglie AmbrìPiotta, Kloten, Zsc Lions ai tempi della denominazione Zürcher Sc, di nuovo Ambrì ed infine Faido, madre di Andrea e di Alessia, è tra l’altro intitolata una pista ad Airolo.