Amarezza, eccome. Tristezza, un po’. Irritazione, molta. Spiace il dover sputar fiele (mai veleno; quello si sputa via, davar aher, e non è l’istessa cosa), e spiace per i soldi messi dagli “sponsor” e per la dedizione di qualche giocatore che ci credette al di là del difendere o dal dare lustro alle proprie statistiche, ma sa ora di anno buttato via il torneo 2021-2022 dei BiascaTicino Rockets nella cadetteria hockeystica: perché i vallerani, cui oggi sarebbe bastato un nulla per arrivare al pre-“play-off” mentre il Winterthur era forzosamente ai “box” avendo già concluso la stagione regolare, persero a Visp (di misura, 1-2, segnando al 59.08 ma nulla di più) e rimasero inchiodati all’11.o posto della Swiss league. Undecimi su 11 squadre, a distanza di un punto (uno) dagli zurighesi, in media-partita vale uno 0.020 e pensate un po’ che l’AccademiaZugo, nona e destinata a scomparire per fine progetto, chiuse sopra per un risibile 0.060, margine pari a tre punti. Quest’anno, ad onta degli svicolamenti resi necessari dalla pandemia, 50 partite per ciascuna squadra erano il massimo raggiungibile in teoria e tutti hanno potuto giocare per 50 volte (a proposito: onore al merito dei vertici della Swiss league); erano dunque in ballo 150 punti, c’è chi – come il Kloten – ne raccolse 126 e c’è chi bruciò la stagione non riuscendo a fare lo scattino da punti 33 a punti 34. Non s’avrebbe forse da pigliar corruccio a cagione del rovello che s’instilla da cotanta buggera? S’avrebbe, e s’ha.
Di peggio: ci si sperò, oggi, per quanto. Prudenza e maglie strettissime, dopo l’imbarcata (0-11) del turno precedente, il predicozzo ammannito da Éric Landry in balaustra prima ancora che il primo disco venisse scagliato all’ingaggio; poi Visp oggettivamente superiore nella gestione del disco e nella costruzione, Rockets attendisti e disposti a concedere solo tiri dalla distanza (materia su cui Stefan Müller si districa con maggior efficacia) o conclusioni “sporche”; morale, pari difeso nel primo periodo, a tiri quattro contro nove e con zero effetto da tre superiorità numeriche (una per i padroni di casa e due per gli ospiti), e sussistente ancora nel pieno della frazione centrale, per quanto il passo doppio dell’attacco vallesano fosse evidente ed i tiri risultassero a questo punto 10 contro 23. Minuto 49, ancora 0-0; 15 secondi più tardi, a segno Evgenij Chiraev. D’uopo il provare ad inventare qualcosa, ma le frecce all’arco sono quelle di sempre, poche e sfibrate; allo 0-2 di Stefan Mäder ecco entrare in circolo la sola adrenalina, fuori il portiere al 58.22, Adrien Lauper l’ultimo ad arrendersi con 52 secondi ancora sul tabellone. Sirena, lacrime, finita. Chi abbia udito finissimo udrà urla di gioia da lungi risonanti: da Winterthur, dai qualificati con 10 vittorie contro 40 sconfitte e “meno 111” in differenza-reti. Amen.
I risultati – AccademiaZugo-LaChauxdeFonds 1-5 (ospiti scatenati, quaterna firmata già al 17.27; 36 tiri contro 14 dopo 40 minuti); Langenthal-Turgovia 5-4 (partenza lanciata dei bernesi sino al 2-0; nella fase ascendente del periodo centrale il recupero ed il sorpasso degli ospiti; massimo margine sul 2-4, indi doppio timbro di Marc Kämpf con il “rover”; al 61.04 il sigillo di Stefan Rüegsegger); Olten-Grasshoppers Lions ZurigoKüsnacht 5-2 (45 tiri contro 11, solettesi tuttavia capaci di allungare solo con tre “power-play” convertiti fra il 53.53 ed il 59.34); Sierre-Kloten 1-4 (primo goal, nelle file degli ospiti, per il neoingaggiato Valentin Claireaux, 30enne francese che si aggiunge ad Eric Faille e a Robin Figren nel pacchetto-stranieri); Visp-BiascaTicino Rockets 2-1.
La classifica finale per media-punti – Kloten 2.520 punti; Olten 2.240; LaChauxdeFonds 2.040; Turgovia, Langenthal 1.720; Visp 1.580; Sierre 1.400; Grasshoppers Lions ZurigoKüsnacht 1.220; AccademiaZugo 0.720; Winterthur 0.680; BiascaTicino Rockets 0.660.