Come da sceneggiatura, al Davos padrone di casa ed organizzatore andò oggi il successo finale nella “Coppa Spengler” 2023, trofeo “del Centenario” dalla prima edizione che in sostanza fu vinta dal manipolo di canadesi – quasi tutti destinati a prodigiosa carriera politica o professionale, tra l’altro – sotto bandiera della Oxford university. Giusto così, gente: primo, perché la squadra si è dimostrata tonica a ciclo continuo (chi cerchi un contraltare telefoni a Filippo Lombardi e speri di trovarlo d’umor almeno migliore rispetto a quello di ieri. Brucia a lui uomo di vertice, ma dovrebbe bruciare soprattutto a qualcuno che ha tirato indietro il bastone, l’anticipata ed anzi repentina uscita di scena dell’AmbrìPiotta che pure si presentava a questo appuntamento da campione in carica); secondo, perché i grigionesi non comparivano sul lato sinistro dell’albo d’oro sin dal 2011; terzo, perché sono soddisfatte tutte le esigenze della regìa e sopra il camino della casa di ogni tifosi gialloblù ci sarà uno spazio per l’immancabile sciarpa celebrativa. Tutto molto bello, ecco. Il 5-3 sulla Dynamo Pardubice, terza squadra ceca di fila a schiantarsi nella sfida ultima (2022: Sparta Praga sconfitto per 2-3 dall’AmbrìPiotta ai rigori; 2019: Ocelari Trinec battuto per 0-4 dal TeamCanada; nel mezzo il biennio di sospensione covidiana), è cronisticamente da attribuirsi ad uno scatto del Davos a cavallo tra fine del secondo ed inizio del terzo periodo, da pareggio ricostituitosi in modo fortunoso (12.55, Dennis Rasmussen, 1-0; 31.17, Enzo Corvi, 2-0; 36.28, Tomas Hyka, 2-1; 36.41, Robert Kousal, 2-2) ad un 5-2 in allungo perentorio (38.58, Klas Dahlbeck; 40.31, Dennis Rasmussen; 42.25, Jesper Olofsson); mazzata a morale e malleoli, dal solo Jan Mandat un segno tuttavia insufficiente e tardivo (52.09) per il 3-5 poi definitivo.
Applausi applausi applausi, discorsi entusiastici riciclati in 50 parole scarse ed eiettate a ciclo continuo sicché pareva d’essere al dettato per rubacchiare un A2 di Hochdeutsch, per i conti su costi-benefici ci sarà tempo. Onore a tutti, ed occhio alla profezia: questa era l’edizione del centenario, ma solo la 95.a per via delle annate soppresse (1939, 1940, 1949, 1956, 2020 e 2021); dandosi per certo lo svolgimento del torneo in ogni prossimo anno solare, cioè senza altri motivi per un’interruzione, a quanto ci quotate già oggi il Davos vincente nella “Spengler” del 2028, edizione “del Centesimo”?