Chi abbia vinto, chi retroceda, chi salga di categoria, quale formula adottare per la prossima annata sportiva, tutt’un mistero nel senso che il discorso è posticipato ad altro momento (forse già domani, quando ad Ittigen nel Canton Berna avrà luogo un’assemblea straordinaria della Lega). Ma il dado, per questa annata agonistica, è tratto: niente più hockey in National league, niente più hockey in Swiss league, annullato ogni evento della “post-season”, niente più “play-off” e niente più “play-out” e “poule”-salvezza. La decisione, che appariva ormai inevitabile stanti i rischi da Covid-19, è stata presa stamane in conferenza telefonica cui hanno preso parte i vertici delle singole società; la totale indisponibilità a far rimanere le squadre sul ghiaccio, prima ancora che l’autorità politica cantonale ticinese procedesse ieri all’adozione dello “stato di necessità” e dunque alla chiusura degli impianti sportivi sino a domenica 29 marzo, era del resto stata espressa sia da Filippo Lombardi presidente dell’AmbrìPiotta sia da Marco Werder nel ruolo di amministratore delegato del Lugano. Fra le ipotesi più probabili: niente assegnazione del titolo, niente retrocessione dal primo al secondo livello, ammissione di due squadre (chi faccia richiesta e nel contempo risponda ai parametri) dal secondo al primo livello, niente retrocessione dal secondo livello alla Msl (terza serie), ammissione di due squadre (le finaliste del “play-off” dalla Msl alla Swiss league.