Nemmeno il ritorno alla formula “tripla F” (“Four foreigners forward”) bastò stasera al Lugano per ritrovare la via del successo nella stagione hockeystica 2021-2022 della massima serie elvetica; del resto, una cosa è la modalità intesa ed un’altra è l’avere effettivamente stranieri che in qualche modo spostino equilibri nel contesto di una partita, ed a questo punto del campionato (23 partite in archivio, no?) si sa che Mikkel Boedker va a sprazzi (oggi ci ha provato, almeno) e che Mark Arcobello, al di là degli sporadici contributi al tabellino, è merce diversa rispetto a quella ammirata negli scaffali del Berna e che Libor Hudacek arrivato di fresco può dare parecchio ma solo in un contesto proattivo e che Troy Josephs – ma qui lo si scrisse al tempo dell’ingaggio – c’entra poco con le dinamiche della categoria. Guai a chi contesta Davide Fadani o Thibault Fatton davanti alla gabbia, non è quello il problema della squadra e se per caso fosse quello il problema dovremmo dirci anche che non è una soluzione il portiere (del) Leland; ma non può essere che i bianconeri infilino quattro sconfitte di fila e che la cosa cada lì così, in fondo le concorrenti dirette non si muovono e quindi la stasi è condizione quasi “zen”; gli è invece che all’intorno non camminano perché ad accaparrarsi i punti sono le battistrada, ed anzi questa sera le prime sei hanno fatto bottino pieno ai danni delle ultime sei, graduatoria spezzata in due tronconi, lato uno contro lato due.
Conta nulla il fatto che la vittoria, davanti ai 4’729 della “Resega” di Porza, sia andata agli Zsc Lions, cioè a gente in stato di buona forma per esempio nella figura di Joel Quenneville (primi 51 secondi, 1-0) ed in quella di Sven Andrighetto (doppietta, 30.34 e 36.14, qui in superiorità numerica), ed ovviamente solida in altri soggetti quali Denis Malgin (“shorthanded” per il 4-1 finale al 55.30); avrebbero anche trovato un timbro in più con Joel Quenneville, gli ospiti, se non fosse stato neutralizzato un rigore al 33.06. Circa il Lugano, salviamo il salvabile; e, anche qui sia detto con sincerità, alla pattuglia elvetica non è che si possa imputare granché, esiste il progetto di costruzione di un gruppo e quell’ossatura ogni tanto si lascia intuire. Per ora, quando bisogna andare a far conto delle aride cifre, pochi si stanno confermando all’altezza del torneo scorso che fu, tra l’altro, largamente condizionato da fattori esogeni; confidiamo nella polarità attrattiva di Luca Fazzini, suo il provvisorio 1-1 al 12.53 in “power-play”, nove goal e 12 assist in 23 incontri sono bottino sulla linea dei 47 punti nel 2020-2021 e dei 53 nel 2017-2018, i migliori anni dell’attaccante in bianconero. Non basta, direte. E quanto avete ragione, quanto.
I risultati – Lugano-Zsc Lions 1-4; Ajoie-Zugo 0-2 (17 tiri contro 38); BielBienne-Berna 6-2 (doppiette di Tino Kessler e di Toni Rajala nelle file dei padroni di casa); Davos-Losanna 4-1 (decisivo un rigore trasformato da Mathias Bromé in avvio di terzo periodo); FriborgoGottéron-ServetteGinevra 3-1 (ospiti al cambio di portiere dopo 7.49, Stéphane Charlin per Gauthier Descloux); RapperswilJona Lakers-Scl Tigers 4-3 (goal della vittoria al 59.24 per mano di Roman Cervenka, già autore del 3-1).
La classifica – FriborgoGottéron, BielBienne 45 punti; Zugo 44; Davos 43; RapperswilJona Lakers 39; Zsc Lions 36; Losanna 30; AmbrìPiotta 29; Lugano 26; Berna 25; ServetteGinevra 22; Scl Tigers 20; Ajoie 13 (BielBienne, Lugano, Scl Tigers 23 partite disputate; FriborgoGottéron, RapperswilJona Lakers, ServetteGinevra 22; Losanna, AmbrìPiotta, Berna 21; Zugo, Davos, Zsc Lions, Ajoie 20).