E per fortuna che da qui, nelle intenzioni, sarebbe partita la rimonta del Lugano verso posizioni più consone (ma a che? Alla mitologia del “progetto”? Alla strategia del “Wannabe”? Alle logiche del “L’abbiamo deciso noi”?) nella classifica dell’hockey che conta. Oh, sì: per contare, è un hockey che conta, quello di National league; esso sta contando i cadaveri ed i dispersi di un campionato che ci sta delineando con totale chiarezza la dicotomia tra ambiziosi legittimi ed ambiziosi illegittimi; categoria, quest’ultima, cui i bianconeri si sono iscritti con tetragonica determinazione, offrendo oggi al FriborgoGottéron il fianco il fegato la punta del mento il plesso solare ed ogni altra parte esponibile. Bel modo di rovinare la domenica a gente che, tutto sommato, continua ad approssimarsi alla “Resega” di Porza con la fiducia di chi si dice che non può sempre piovere. In effetti, potrebbe anche tracimare il Cassarate; e se non ora, quando?
Cronaca. Avendo festeggiato ieri il 39.o genetliaco, Julien Sprunger sceglie di offrirsi due candeline sul resto della torta e scava sùbito un divario (2.14, 0-1; 7.32, 0-2) eguagliando nella circostanza il numero di reti segnate nell’intera stagione regolare scorsa; e con tale viatico si va alla prima pausa. Frazione di mezzo, unico sussulto una penalità minore sul conto di Mark Arcobello: agli ospiti va tutto bene così, ed è un altro tè di quelli che vanno in acido, 20 tiri (tre quelli del doppiettista) fanno da contraltare ai 19 dei bianconeri cui Reto Berra si oppone con evidente efficacia, come ben sanno Mark Arcobello e Calvin Thürkauf a questo momento espostisi in quattro circostante pro quota cranica. Il tracollo dopo gli scambi di convenevoli nel terzo periodo: alla prima superiorità numerica utile, in goal (45.19) Jakob Lilja che negli 11 impegni di inizio torneo, quand’era con la maglia dell’AmbrìPiotta, non vedeva la gabbia nemmeno in una pista vuota, mentre dopo il trasferimento a Friborgo ne ha già messi sei in saccoccia; due rotazioni dopo l’ingaggio ed ecco lo 0-4 configurato da Kevin Nicolet (48.30); nemmeno il tempo di sbirciare sul “curriculum” del giovanotto (va per i 22, è nazionale “Under 20” ma sinora ha dato il meglio con il Turgovia in Swiss league; sincerità per sincerità, poco meno che il Carneade di giornata) ed al banco del “Tutto in offerta” giunge per fare acquisti anche Marcus Sörensen, quello visto un filo incazzoso alla “Spengler”; i burgundi sono in “power-play” da una manciata di secondi (Luca Fazzini in panca-puniti), sul tabellone si disegna lo 0-5 (50.28).
Potremmo chiuderla qui, anche per via del fatto che siamo ancora in periodo natalizio e che il reverendo parroco nostro abituale confessore mal gradisce talune espressioni potenzialmente prorompenti dal petto; due ultimi richiami pretendono tuttavia l’infortunio patito da Michael Joly ed il tabellino, rilevandosi che il Lugano evita una sbiancatura grazie a Cole Cormier (rpt please: Cole Cormier, sino ad oggi con zero reti e zero assist in 23 presenze a referto); è il 53.50, a questo punto del confronto nemmeno la “Sbornaja” avrebbe trovato argomenti per rimettere in discussione la partita. Quod fuit; e, per inciso, contro il FriborgoGottéron è la terza sconfitta su tre partite.