Un lampo, pardon, una fiammella da lumino cimiteriale si manifesta d’improvviso nel buio del più stanziale che anabatico mercato dell’AmbrìPiotta in vista della prossima stagione nell’hockey di National league: al pacchetto degli stranieri, persi o silurati i vari Janne Juvonen portiere, Kodie Curran difensore e Dominik Kubalik attaccante, ai confermati Tim Heed (difensore), Jesse Virtanen (difensore) e Christopher “Chris” DiDomenico (attaccante) e nell’attesa di una possibile definizione con Michael Joly (attaccante, ex-Lugano), si aggiunge oggi il quasi 31enne Chris Tierney, ruolo centro, canadese da Georgina frazione Keswick, nell’Ontario; uno di quei posti, sta scritto sui “dépliant” con quattro notizie storiche (toh: scopriamo che si chiamava Medina, una volta, questa comunità) e qualche pubblicità per gli alberghi in prossimità del Lago Simcoe che è una specie di Ceresio con promontorio a fare da bisettore, che pur stando alla periferia dell’impero sono ideali per nascere, vivere e, vabbè, anche passare l’autunno dell’esistenza terrena. Tra gli oltre 26’000 viventi di Keswick, Chris Tierney è ovviamente un idolo che si è fatto strada; diciamo meglio, uno dei 10 prominenti in due secoli di storia del territorio, mica carrube. Avete per caso visto la serie tv (l’hanno passata più che altro sul “web”) dal titolo “Carmilla”? Ecco, l’attrice Sharon Belle viene da Kenwick. Per l’hockey, vi dice nulla Curtis Shayne Munro poi diventato Curtis “Cujo” Joseph portiere con un oro olimpico più una “Spengler” davosiana con il TeamCanada più 943 partite in Nhl tra il 1989 ed il 2009? Esatto, anche Curtis Joseph arriva da Kenwick. E poi, in sostanza, finita lì a men che vogliasi riesumare la memoria di William John Potts meglio noto come Whipper Billy Watson, professionista nel wrestling e campione del mondo in due circuiti distinti.
Insomma, a Kenwick ha pescato la dirigenza leventinese, per giro invero tortuoso perché forse ci sbaglieremo e di sicuro non ci stiamo sbagliando nel dire che Chris Tierney – solo omonimo di un altro professionista nello sport, calcio la disciplina, passaporto Usa – non aveva mai sentito parlare di Ambrì se non in qualche racconto favoleggiante d’un ridotto alpino talmente ridotto da avere una strada per entrare ed una per uscire, quand’invece egli è sempre stato abituato a città dai 300’000 abitanti ai due milioni, almeno dal tempo in cui la terza di quattro stagioni in Ohl con i London Knights – due titoli, 2011-2012 e 2012-2013 – gli era valsa una “draft” Nhl al secondo giro, numero 55 assoluto, mentori i San Jose Sharks. Da lì due tappe a blocchi, San Jose Sharks ed Ottawa Senators, poi contratti più brevi e scambi frequenti ossia Florida Panthers, Montreal Canadiens e New Jersey Devils (più un declassamento temporaneo in Ahl con i Charlotte Checkers) nel volgere di due campionati. L’anno scorso, fuori dal giro “pro” nordamericano e contratto in Khl, alla Dinamo Minsk, per 12 goal e 16 assist in 71 partite; nemmeno poco, considerandosi il calo di produzione da sei-sette anni a questa parte, nel 2018-2019 il meglio con nove goal e 39 assist in maglia Ottawa Senators; tutto ciò ad abbattimento delle medie su un totale di 689 partite – 40 soltanto in fasi di “play-off” – per 85 reti e 175 assist al massimo livello.
Se sia questo il centro desiderato da parte della tifoseria, ehm, abbiamo la risposta: no. Di certo l’hockey non è somma di statistiche, ma il salto di qualità più volte richiesto – ora che il problema dell’impianto è stato superato e che la professionalizzazione della struttura è di fatto completata – impone di guardare ad un orizzonte coerente; la tensione ideale al miglioramento, per ora, resta sconfessata. Quesito semplice: chi rimpiazza Dominik Kubalik al tabellino? Chris Tierney? Impossibile; anzi, del giocatore stesso non si intuisce la possibile funzione. E sì che ha sottoscritto un contratto per 12 mesi più opzione…