Atteggiamento dimesso ed un paio di errori che manco alle prime amichevoli prestagionali di Terza lega bastarono oggi per fermare la Svizzera dell’hockey ai Mondiali di Prima divisione, Riga (Lettonia) la sede, stadio dei quarti di finale. Elvetici fuori per mano della Germania, 1-3 il punteggio, rete rossocrociata per l’1-1 dal bastone di Jonas Siegenthaler al 20.47, confronto mal indirizzato su un tragico errore di Robert Mayer (perché, perché Robert Mayer al posto di Leonardo Genoni?) in occasione dello 0-1 (6.25, Maximilian Kastner), poi imbarazzante il passaggio fra il 37.51 (John-Jason Peterka, 1-2) ed il 38.27 (Nico Sturm, per di più in “shorthanded”). Auspicabilmente ultima partita da allenatore della Nazionale svizzera per Patrick Fischer, capace anche questa volta – nonostante il fiasco: l’accesso ai quarti di finale costituiva una sorta di minimo sindacale, sì, ma in tempi di sospensione delle libertà civili e dei vincoli contrattuali – di autoassolversi con espressioni sul genere dell’“Io non butto via tutto quanto”. Che è come dire: in questa avventura giunta al capolinea ci sono anche aspetti positivi. Uno di sicuro: qualcuno starà già compilando il testo dell’inserzione per la ricerca di un altro selezionatore; in fondo, basterebbe uno in grado di far vincere almeno una delle partite che contano, da qualche parte, in qualche circostanza. A farla breve: p.f., ci si liberi di p.f., e amen.
Squadra dunque verso casa, con duplice rammarico: la sconfitta con menavia, peraltro dopo fin troppo fortunata prima fase, e la constatazione del fatto che mai come in questa occasione vi sarebbe stata l’opportunità di andare ancora più avanti. In semifinale, oltre alla Germania, approdano Stati Uniti (3-0 alla Repubblica ceca), Canada (4-1 alla Finlandia) e, tanto per gradire un altro numero da circo, la Lettonia che si è liberata della Svezia, di fatto la testa di serie numero 1 alla vigilia di questo torneo, 3-1 sul tabellone con le due reti decisive nel terzo periodo. Si resterà spettatori, da ora in avanti. Anche delle decisioni dei “federales”, e alla svelta, circa una conduzione tecnica nata fra le critiche e rimasta allo stato del “wannabe”.