Greg Ireland, 54 anni ad ottobre, idolatrato un anno fa quando condusse un gruppo tutt’altro che eccelso a disputare la serie finale per il titolo, è da stamane l’ex-allenatore della prima squadra all’Hockey club Lugano (Lega nazionale A). Il tecnico canadese, ingaggiato in corsa a metà gennaio 2017 – subentrò a Doug Shedden – a distanza di 11 mesi dal siluramento agli Adler Mannheim (Del, Germania), paga in prima persona per un’annata che Vicky Mantegazza, presidente del sodalizio, giudica da nota 3.5 mentre è chiaro che più di un 2 non si può dare (zero obiettivi raggiunti, soffertissima qualificazione al “play-off”, eliminazione secca in quattro sole partite ad opera dello Zugo); in pratica, unico responsabile dello sfacelo di un collettivo che si appresta a mutar d’accento e di pensiero, perdendo sia una bandiera (Sébastien Reuille, per ritiro all’età di 37 anni e nove mesi dopo 177 goal e 199 assist in 1’035 incontri nella massima serie: stamane un messaggio via “Instagram” con il saluto e con il ringraziamento a “tutti singolarmente ad uno ad uno per aver reso possibile ed indimenticabile la mia carriera) sia i partenti Stefan Ulmer (ieri l’ufficialità, transito al BielBienne), Luca Cunti (idem), Gregory Hofmann (Zugo) ed Elvis Merzlikins (contesto Nhl, con alcune variabili; diritti da “draft” ai Columbus Blue Jackets).
Insieme con Greg Ireland svuota l’armadietto ed esce dagli spogliatoi della “Resega” anche Jussi Silander, 47 anni a metà aprile, primo assistente allenatore che era stato inserito nei ruoli proprio in coincidenza con l’avvento di Greg Ireland (il primo accordo era in realtà funzionale alle attività dei BiascaTicino Rockets nella cadetteria): come recita la tampoco godibile nota-stampa, “i vertici del “club” (vale a dire Vicky Mantegazza precitata “e la direzione sportiva”, ndr) hanno informato Greg Ireland e Jussi Silander che entrambi non rientrano nei piani societari per la guida della prima squadra a partire dalla prossima stagione”, seguono ringraziamenti per serietà professionalità lealtà blablablà. E preoccupante, ma sul serio, è il cenno ad una parte “fisica” di coloro che a Greg Ireland ed a Jussi Silander hanno comunicato stamane la mancata estensione del contratto: non Vicky Mantegazza, che tra l’altro dei denari suoi ha diritto di far ciò che vuole e Dio voglia che sempre ci sia un’appassionata “Mantegazza dinasty” sulle rive del Ceresio, ma “la direzione sportiva”. Direttore sportivo è infatti Roland Habisreutinger, 46 anni, miracolato sino ad ora pur in assenza di risultati (calò a Lugano per la stagione 2009-2010, dopo un triennio al Kloten: il picco con due finali perse, a fianco di queste figurano una volta l’eliminazione in semifinale, sei eliminazioni nei quarti di finale ed un’ingloriosa salvezza al “play-out”); e la sua presenza tra i licenziatori non significa certo che egli non sia il prossimo sulla lista di epurazione, ma non afferma nemmeno il contrario, cioè quel che uno stimabile 99.7 per cento dei tifosi bianconeri teme come la peste.
Ma la ricostruzione, per forza di cose, passa da un divorzio: ma all’onnipotente ed autoreferenziale Roland Habisreutinger, chi lo dice e chi ha il coraggio di dirlo?