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“Giro d’Italia”, fra Ticino e Mesolcina una festa di colori e di passione

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Secondo programma e senza sostanziali problemi – ma bisogna ammetterlo: qualche direttore sportivo dovrebbe far studiare un po’ meglio i passaggi in corrispondenza delle rotatorie, certi saltelli in “taglio” sulle banchine hanno fatto temere il peggio – l’odierno transito del “Giro d’Italia” in territorio della Svizzera di lingua italiana, tappa numero 20 ovvero penultima dell’edizione 2021, tracciato da Verbania all’Alpe Motta via Ticino e Grigioni di lingua italiana, dunque Sopraceneri da Brissago a Lumino e Mesolcina da San Vittore al passo del San Bernardino, indi Grigioni via Hinterrhein e Splügen sino al passo dello Spluga per un ultimo rientro su suolo italiano ed arrivo all’Alpe Motta sopra Madesimo (Sondrio). Notevole il séguito di pubblico da frontiera a frontiera, segno e messaggio di vitalità del ciclismo; indiscutibile l’affetto mostrato, ad esempio verso Vincenzo Nibali siciliano traslatosi a Lugano e che, per quanto ormai privo di ambizioni di classifica (cadute a ripetizione in corsa, gravame supplementare ricordandosi l’incidente occorso a metà aprile durante un allenamento nella zona di Ponte Tresa), ha continuato a stringere i denti dando prova di voler concludere il “Giro” ad ogni costo. Per la cronaca, successo – con arrivo in solitaria – dell’italiano Damiano Caruso, capace di consolidare la piazza d’onore in graduatoria generale imponendosi, al termine di una tappa da 164 chilometri, con margine di 23 secondi sul colombiano Egan Arley Bernal Gómez, quest’ultimo confermatosi in maglia rosa. Domani cronometro da Senago (Milano) a Milano, 30 chilometri che in nulla dovrebbero incidere sulla classifica. Nella foto TamBri-“Giornale del Ticino”, il passaggio dei corridori sull’ingresso a Locarno.