Gli strumenti, quelli che secondo legge – non stiamo a parlare della logica, ché il discorso diventerebbe lungo – sono descritti come “apparecchi di abilità”, erano regolari ed abilitati a rigore di testo vigente; le vincite, tuttavia, venivano pagate in denaro, il che non è consentito dalla normativa cantonale. Sull’esito di un’inchiesta scaturita su informative da varie fonti private, o così almeno indica il portavoce della Polcantonale, la scoperta di pratiche illegali in ben sette locali del Locarnese, fatto cui è conseguita la denuncia di otto persone per contravvenzione alla Legge di applicazione della Legge federale sul commercio ambulante e della Legge federale sul gioco d’azzardo e sulle case da gioco. Tre apparecchi sono stati posti sotto sequestro; altri accertamenti in materia saranno esperiti nei prossimi giorni. Allo stato delle cose, su tutto il territorio cantonale è vietata la messa in esercizio di apparecchi automatici per giochi che diano diritto ad una qualsivoglia remunerazione, sia essa in denaro o in equivalenti (buoni di qualsiasi genere, gettoni tramutabili in denaro o in merce o in buoni di qualsiasi tipo).