(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 11.35) Il primo, un 35enne, era stato bloccato pochi minuti dopo lo schianto dell’auto contro il manufatto di sostegno su un lato della strada, a ridosso del passaggio sotto il cavalcavia ferroviario di Paradiso, e di ciò era stata data notizia qui nell’immediatezza dell’accaduto; gli altri due, risultati essere un 38enne ed un 65enne, sono stati inseguiti a piedi su tratto stradale e poi sino alla zona boschiva attorno a Capo San Martino, e qui individuati ed interrogati e messi in manette. Cerchio chiuso attorno ai tre malviventi, tutti cittadini italiani con residenza in Italia e dalle origini e/o dall’etnia che le fonti ufficiali non riescono a precisare, che iersera tennero impegnate le forze dell’ordine a partire dalle ore 20.06 circa di ieri e sino a notte inoltrata trattandosi in buona sostanza di ladri in fuga e di poliziotti in proiezione all’inseguimento. Di ripetuto furto, danneggiamento, violazione di domicilio, impedimento di atti dell’autorità, violazione del bando e grave infrazione alla Legge federale sulla circolazione stradale, quali primi addebiti, dovrà infatti rispondere l’intero terzetto, essendo stati trovati attrezzi per lo scasso – oltre ad oggetti provenienti da predazione in proprietà private – nel corso delle perquisizioni personali ed all’interno del veicolo utilizzato per le scorribande criminali.
Della dinamica dell’accaduto si sapeva, sia pur in termini di ricostruzione sommaria, sin da iersera; si definisce ora anche il quadro complessivo della vicenda, originatasi non già nel Luganese – come era parso in prima battuta – ma al Ceneri, sulla A2 direzione sud, per transito della vettura a velocità sostenuta giust’appunto appena dopo le ore 20.00; passaggio bastevole per generare un sospetto ed ecco scattare infatti il dispositivo con posti di controllo piazzati sulle principali intersezioni, di concerto l’operatività di Polcantonale, Polintercom e Polcom. Nel frattempo, inseguimento con marginale vantaggio per le forze dell’ordine, di sicuro in grado di miglior conoscenza del territorio e del percorso; allo svincolo di Lugano-sud, l’uomo alla guida dell’auto in fuga ha puntato secco sulla pattuglia posta a presidio del posto di blocco, passaggio in forzatura (non consta al momento che sia stata messa in pericolo la vita degli agenti) e volata in direzione di Paradiso. Dalla padella alla brace: qui snodo cardano con nodo gordiano in presenza di effettivi della Polintercom Ceresio-sud a supporto dei colleghi della Polcantonale, proprio nella sezione di via Carona che dà sul cavalcavia ferroviario, e qui l’impatto della vettura contro il muraglione. Circa la fase finale si è detto: preso quasi sùbito il primo delinquente, alle ore 22.30 circa la rilevazione “vis-à-vis” degli altri due, un po’ più di tempo per le esigenze di accertamento ma diciamo che sulla mezzanotte la questione era da considerarsi risolta, carte da compilarsi a parte.
Richiamato un po’ l’intero accadimento, e sottolineato a margine il fatto che anche il mezzo di trasporto era diversamente riconducibile al guidatore (insomma: auto rubata), risulta che sul campo si sono ritrovati agenti di Polcantonale, Polintercom Ceresio-sud e Polcom Lugano oltre a specialisti dell’Ufficio federale dogana-sicurezza confini. Alla procuratrice pubblica Valentina Tuoni il compito di mettere in fila sia gli accadimenti sia i reati di cui il terzetto si è reso responsabile: potrebb’anch’esser che, con tali arresti, giunga al pettine una serie di effrazioni messe a segno nelle scorse settimane su suolo cantonale.