Non solo c’è il ritorno nel football americano d’Italia, dove tutto ebbe origine; non solo c’è un rientro immediato, una settimana fa – qui a bottega si diede la notizia – l’incontro risolutivo con stretta di mano ed approvazione ufficiale durante una riunione tecnico-amministrativa a Milano. Accade infatti che i Rebels Lugano, ultimi e residui alfieri attivi del football americano in Ticino ed ammessi quale 22.a società al campionato Cif9 (nove giocatori, di fatto la terza serie di Tricoloria), da domenica 2 marzo fatti salvi accordi diversi tra dirigenze se la vedranno in campo con una realtà la cui storia è strettamente intrecciata con quella dello sferoide prolato sulle rive del Ceresio: nello stesso girone, per il momento da individuarsi con la lettera “C”, al pari dei Blitz Ciriè e dei Crusaders Cagliari e dei Gorillas Varese sono presenti infatti i Rams Milano. Che è come dire la genesi del football in Ticino, con un “extra moenia” diventato ben presto “intra moenia”.
Bisogna qui riavvolgere il nastro, non molti i viventi che possano raccontare, parlandosi ormai di quasi due generazioni addietro. Diciamo che, senza i Rams Milano che erano fra i cinque cofondatori della allora “Associazione italiana football americano-Aifa”, non avremmo avuto o avremmo avuto assai più tardi nel tempo quella costola che assunse il nome di Seagulls Lugano, prima compagine agonisticamente competitiva in Svizzera, Max Monti il presidente, storia dipanatasi dal 1983 al 1994, un nugolo di agonisti del territorio ad apprendere i fondamentali da gente che si spese non poco, divertendo e divertendosi, generando peraltro un fenomeno osmotico grazie al quale un luganese di Castagnola, al secolo Andrea Danner poi per tutti “Randy”, si convertì dal basket al football americano e giocò come straniero, ruolo tight-end, proprio nei Rams Milano in epoca nella quale gli stranieri schierabili in campo erano due soltanto per squadra. Il messaggio filtrò oltre la fine dell’esperienza dei Seagulls: Daniel Pasquali, ad esempio, andò a fondare i Lakers Lugano e ne divenne primo capoallenatore, oltre a promuovere – con Giorgio Volpi, già centro titolare dei Seagulls – la costituzione dell’“Associazione ticinese football americano-Atfa”; i Rebels Lugano uscirono poi dal contesto dei Lakers, non stiamo a sottilizzare se per scissione o per “spin-off” pacifico e benedetto, conta invece il fatto che la disciplina è sopravvissuta e, ad onta di un chiaro calo di popolarità del football stesso, continua a gettare rami nuovi, si pensi al flag football le cui formazioni Rebels rimangono a disputare i rispettivi campionati in Svizzera. Fra le tante franchigie di cui Milano era onusta appena dopo i primordi (valgano identità come Rhinos, Seamen e Maddogs, per non dirsi del manipolo di squadre ancoratesi ai margini della metropoli), solo i Rams compirono opera di gemmazione, e ciò avvenne in un solo luogo, Lugano per l’appunto.
Sarà anche il caso di ricordare che nel girone poi vinto da una formazione varesina, non i Gorillas ma gli Skorpions tuttora esistenti anche se trasferitisi per sede nella quasi limitrofa Vedano Olona, la Lugano del football “d’antan” – e dunque sotto marchio Seagulls – andò per la prima volta a misurarsi con il football d’oltreconfine nell’unica esperienza di una squadra straniera ospite in àmbito Aifa. Anche questa, per qualche verso, è una coincidenza straordinaria che si ripresenta dopo oltre 40 anni; e, se tanto ci dà tanto, vi è di che sperare. Dice infatti il precedente che quei Seagulls, dopo aver disputato onorevolmente (quarto posto a distanza di tre soli punti dai Seahawks Bellusco giunti secondi) la stagione 1984 nel girone nord di serie B ovvero di secondo livello, esplosero in meno di un “amen” conquistando il “Veronica Bowl” in Olanda l’anno successivo e giungendo al titolo svizzero nel 1986, primo campionato elvetico, conquista delll’allora “Swiss Bowl”, 9-6 al supplementare sugli Zurigo Renegades. Chissà che…