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“Fondazione Sasso Corbaro”: premi sì, borsa di studio no

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Giusta regola, per quanto non sempre facile sia l’attenersi ad essa: nel diritto di chi bandisce un concorso per borse di studio e simili c’è anche il non conferire una borsa di studio. E può succedere perché mancano le candidature, più spesso accade perché nessuno risponde ai requisiti o tali requisiti sono insufficienti rispetto alle istanze; quali che siano, le ragioni del “no” rimarranno all’interno della commissione giudicante. Ciò non toglie che un interrogativo ci si possa e ci si debba porre circa la mancata assegnazione, nelle scorse ore, della borsa di studio 2019-2020 da parte dei membri designati a valutare le opzioni per i “Premi Venka Miletic” sotto egida della “Fondazione Sasso Corbaro” di Bellinzona: non attribuito, infatti, il riconoscimento dei 4’000 franchi che sarebbe dovuto andare ad uno studente iscritto a corsi di “medical humanities”.

Secondo premesse, invece, l’attribuzione dei due premi (3’000 franchi ciascuno) destinati a studenti Supsi autori di un lavoro – tesi di laurea triennale o testo di diploma in àmbito sanitario-sociale-economico – in cui fossero stati ravvisati elementi di autentico interesse per temi afferenti alle “medical humanities”, all’etica clinica ed alla salute pubblicati: agli onori la ticinese Maria Cristina Ferrera, di Bioggio, per la tesi dal titolo “ Mentre tutto scorre. Essere un’“équipe” riflessiva in una comunità socio-terapeutica per adolescenti”, e la comasca Valentina Barbato, di Lipomo, per la tesi dal titolo “Il ruolo e le competenze dell’infermiere nella valorizzazione della spiritualità durante l’accompagnamento del paziente morente”. Ad entrambe i complimenti della giuria, purtroppo senza cerimonia finale per le note questioni connesse con esigenze di distanziamento sociale; in tal senso, si confida nella prossima edizione.