Molto si dovrebbe dire circa varie espressioni che da tempo passano sulle pagine “social” della catena “Migros”; dire, non potendosi criticare, che le critiche vengono cancellate d’ufficio dal gestore del disservizio (per la serie: “Qui non entra chi non mi è simpatico”). Stavolta, con semplice e non eludibile richiesta, si pretendono il nome e la testa del tizio che, chiamato a gestire il flusso dei messaggi sul “display” a pubblica vista su piazza Grande a Locarno (struttura temporanea montata in coincidenza con l’evento “Moon&Stars”), è talmente stupido da non aver effettuato controlli preventivi – o da non aver impostato idonei filtri automatici – per evitare il lancio e dunque la pubblicazione di espressioni sessiste e blasfeme. I fatti risalgono all’altr’ieri, qui abbiamo un pezzo della collezione e le fumosissime scuse con scaricabarile secondo la cifra del “Non è colpa mia ma della zia”. Se hanno il coraggio che dovrebbe camminare allo stesso passo del senso di responsabilità, i vertici “Migros” altro non devono fare se non dire nome, cognome e data del licenziamento dell’idiota. E magari di chi l’ha assunto, per buona misura.