“Preferisco non giocare contro il Paese delle mie origini”: così un pedatore di ruolo attaccante, nato a Lugano il 24 novembre 1989, cresciuto calcisticamente nel Vezia e nella filiera del TeamTicino, indi affermatosi quale professionista nel Lugano prima di spiccare il volo verso altre mete. L’espressione è venuta dalla bocca di Mario Gavranovic al termine dell’odierna amichevole tra Rossocrociazia e Croazia a San Gallo, tra l’altro con sconfitta (1-2) degli uomini allenati da Vladimir Petkovic; Mario Gavranovic, di ascendenze croate e bosniache ed ora sotto tesseramento della Dinamo Zagabria, nell’occasione è stato autore del goal del provvisorio vantaggio e per qualche minuto ha anche portato al braccio la fascia di capitano. Sarebbe un onore, e lo è, e migliaia di ragazzi sognano di poter indossare quella pezzuola; ma, si direbbe, per Mario Gavranovic era la fascia di capitano della Nazionale “sbagliata”. Nella quale, come minimo, è il caso che non venga mai più convocato.