Sul “quanto” e sul “perché” questo Natale sia stato scristianizzato anche in Ticino ci aspettiamo a giorni, se non una presa di posizione, almeno un vibrante commento da parte di monsignor Alain de Raemy amministratore apostolico o di qualche teologo alla don Sandro Vitalini (rip, sempre nel nostro ricordo) o almeno di un sacerdote non compromesso con il post-modernismo campione di vacuità. Sul “come” taluni riescano a rovinare anche il senso degli auguri ci racconta invece l’occhio attento di Armando Boneff, umorista e già granconsigliere, in un “post” fresco fresco su “Facebook” e corredato da foto, immagine in cui “Christmas” diventa “Christwas”; e non nel negozietto-“bazar” da similcineserie, ma alla Posta centrale di Lugano. Nella migliore delle ipotesi, un errore di montaggio della lettera “W” diventata “M”, ed allora c’è un addetto incapace di fare la “O” con il bicchiere e che dovrebbe limitarsi a disegnare asticelle sul quaderno a quadretti; nella peggiore, un atto intenzionale e tendenzialmente blascemo, chi voglia intendere. Ad ogni modo, domanda secca: esiste un responsabile, da quelle parti, ed esiste qualcuno che gli chieda conto?



