Preoccupazione, in vari ambienti della comunità cattolica del Ticino, per le condizioni di salute di monsignor Valerio Lazzeri, vescovo di Lugano, sulla notizia del mancato arrivo del presule a Roma per la visita cosiddetta “ad limina” insieme con gli altri componenti la “Conferenza dei vescovi svizzeri”. La trasferta, in prima battuta prevista per il gennaio dell’anno corrente ovvero a distanza di sette anni dal precedente incontro e poi rinviata per note questioni covidiane, ha avuto inizio oggi e si dipanerà sino a sabato 27 novembre con varie celebrazioni eucaristiche (in tre basiliche distinte) oltre che con momenti “forti” (confronto con il Pontefice, dialoghi con rappresentanti di congregazioni, dicasteri, Consigli e Segreteria di Stato, ed inoltre l’ambasciatore svizzero alla Santa sede ed il corpo delle Guardie svizzere). Fonti della Curia vescovile in Lugano hanno spiegato l’assenza di monsignor Valerio Lazzeri dal viaggio a Roma – dove tra l’altro, al termine della visita “ad limina”, si svolgerà anche l’assemblea ordinaria della stessa “Conferenza dei vescovi svizzeri” – come una conseguenza del perdurare di difficoltà deambulatorie dovute all’infortunio patito ad una caviglia nel luglio scorso, ovvero almeno quattro mesi addietro. Diversa tuttavia la sensazione che si coglie in vari àmbiti: fonti attendibili ed alle quali “Il Giornale del Ticino” ha avuto accesso sostengono invece sussistere un quadro clinico più complesso e tale da aver indotto monsignor Valerio Lazzeri a prendere in considerazione le dimissioni, tuttavia non prima dell’autunno 2022 e sempre qualora le condizioni non peggiorino nel mentre. Sorprende semmai la tempistica dell’annuncio giunto per l’appunto solo a situazione in essere, tanto di più nel contesto di una acclarata volontà di permanente trasparenza dell’istituzione nel rapporto con i fedeli; ed altro non si dica, non ora, ma solo per ora.