Precauzioni crescenti, sulla questione del “Coronavirus”, anche nel contatto quotidiano tra autorità cantonali e stampa: per poter prendere parte agli incontri che hanno ormai luogo con cadenza quotidiana, i giornalisti sono tenuti ora a dichiarare di non essere stati nelle “zone rosse” di contagio del Norditalia o in loro prossimità e di non essere nemmeno entrati in contatto con persone di ritorno da queste zone. Aspetto su cui imporsi una profonda riflessione, quest’ultimo in particolare, soprattutto laddove si abbia l’abitudine di viaggiare con i mezzi pubblici; vale tuttavia la presunzione della buona fede. Pare tuttavia, e potremmo togliere il “Pare”, che giusto oggi in prima fila si trovasse un collega fresco fresco di trasferta in quel di Codogno, cittadina della provincia di Lodi che, nella ricostruzione dei fatti, consta essere primario focolaio dell’epidemia in Italia. Perplessità percepita tra vari altri cronisti; lasciamo qui un “Mah” di dubbio.