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Filo di nota / Amici cronisti d’oltreconfine, un po’ di senso del reale

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Così come da qui a bottega ci si occupa delle questioni d’oltrefrontiera, in prevalenza sulle notizie secche e non di rado sui temi di comune pertinenza, legittima ed in qualche modo gratificante – come dire che il Ticino viene considerato non solo come un datore di lavoro e di lauti salari – è stata l’attenzione posta da parte della stampa italiana ai drammatici fatti d’ieri in ValleMaggia (nota secondaria ancorché non insignificante: assai meno è stata trattata la sciagura da cui era stata colpita la Mesolcina, 10 giorni addietro). Un po’ meno si gradisce quando, vogliasi per la tendenza a generalizzare vogliasi per scarsa o nulla conoscenza del territorio, a qualcuno scappa la frizione e così da un ponte afflosciatosi nella Maggia (uno, importante ma uno; altre situazioni consimili, alla luce del sole, appaiono risolvibili) si passa a “ponti distrutti” e da problemi nei collegamenti si passa a “paesi difficilmente raggiungibili”, come se sin dalla prima mattinata di ieri, cioè poche ore dopo il crollo tra Visletto e Cevio, non fossero stati impegnati elicotteri a ciclo continuo per le ricognizioni sino ad ogni nucleo abitato, laddove le strade non consentissero un transito affidabile. Amici, con grande rispetto: abbiamo i nostri problemi, li stiamo affrontando con metodo, evitate di ingigantire ciò che è già dramma di suo.