Tra le righe e con annacquamento delle espressioni, a maggio, era stata data notizia del taglio di 65 posti di lavoro a tempo pieno, 40 dei quali in Ticino, contestualmente al preavviso della dismissione di otto “terminal” tra cui quelli di Cadenazzo e del Vedeggio (o Lugano-Vedeggio come da nomenclatura). Ora, sulla scorta di un’informativa che era giunta cinque giorni addietro a ben specifico “target” del personale ovvero i macchinisti, sull’occupazione e sui servizi in Ticino si abbatte un’altra ghigliottinata, identico l’attore e identici i destinatari: in àmbito “Ffs cargo”, il deposito di Chiasso è ora considerato non più prioritario, non più essenziale, fors’anche non più utile; sacrificabile dunque, la struttura, così come si profila anche per gli analoghi impianti a Buchs (Canton San Gallo) ed a Briga-Gils (Canton Vallese). Messaggio fatto veicolare sulla stampa d’Oltralpe e non “erga omnes” in contemporanea, ma non ci si fa un cruccio dell’aver ricevuto notizie solo di rimbalzo; scoccia invece l’ennesima anticipazione calata in modalità monodirezionale e già condita dalla “Salamitaktik”, beh, di certo sapete che siamo in “deficit” (l’azienda, a consuntivo 2024, perde 210’000 franchi il giorno, festivi compresi), e no, nulla è ancora deciso, dovremo confrontarci con Berna, dovremo dialogare con le maestranze, non è in ogni caso un discorso immediato sicché per tutto il resto del 2025 ed anche per il 2026 non si arriverà ad un punto fermo, ma nel frattempo sappiate che. Dall’eventuale soppressione del deposito a Chiasso, a primo computo, risulterebbe la perdita di 18 posti di lavoro tra i macchinisti oltre allo smantellamento di alcune attività, tra cui la funzione di assemblaggio dei convogli-merci.