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“Festival del film”, non c’è stata gara: “Pardo d’oro” ad un giapponese

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Va per la quarta volta ad un film dal Sol levante il “Pardo d’oro” del “Festival internazionale del film” in Locarno, quest’anno alla 78.a edizione: oggi la proclamazione del vincitore nell’identità di “Tabi to Hibi”, declinato in sottotitolo come “Two seasons, two strangers” cioè “Due stagioni, due stranieri”, Sho Miyake dietro alla macchina da presa; e di massima è un successo nel quale si rispecchiano tutti o quasi tutti i pronostici, essendo la pellicola ben emersa dal gruppo dei 18 prodotti (alcuni, ahiloro, tendenti all’appiattimento sul prodottino) in concorso; il principale sfidante era del resto “Mektoub, my love: canto due”, opera meritevole come meritevole è un’esecuzione puntuale al pianoforte, forse troppo essendosi compiaciuto di sé il regista Abdellatif Kechiche. Morto quello – “morto”, intendasi, cinematograficamente parlandosi – non c’era granché di cui discutere. Del resto, la costruzione di “Tabi to Hibi” sa di matrioska, o meglio, di profumeria “shop-in-shop” laddove l’angolo riservato agli articoli di uno specifico marchio risulta formare identità quasi a sé stante, di sicuro autogena ed autonoma per buona quota; se uno è bravo ed originale, giusto che vinca, e con i suoi 89 minuti ben calibrati il 41enne Sho Miyake da Sapporo ha confermato talento e misura.