Una mano ed una volontà precisa, dicono gli inquirenti, dietro all’incendio scoppiato venerdì pomeriggio, intorno alle ore 16.45, e che devastò un locale e causando danni collaterali ad altri ambienti dell’ex-convento dei Frati nell’omonima salita a Lugano: responsabile dell’atto, come da prime evidenze di indagine, è una persona – sesso, identità, nazionalità, età non resi noti da fonte ufficiale – che “soggiornava nell’edificio” ossia, con ristretto grado di approssimazione, uno tra i soggetti ospiti del complesso in cui erano stati alloggiati vari nuclei di sedicenti rifugiati. In un momento imprecisabile del fine-settimana (l’informativa è stata distribuita alla stampa nelle forme di due righe e mezzo, come rilevabile dal sito InterNet della Polcantonale), ai polsi della persona di cui trattasi sono scattate le manette. Ipotesi di reato: incendio intenzionale. In séguito al rogo furono necessari lo sgombero forzato del complesso ed il trasferimento di quattro persone in idonea struttura nosocomiale causa intossicazione da fumo; una ventina di altri alloggiati fu parimenti sottoposta a trattamento – in questo caso, solo ambulatoriale – per sospetta inalazione di sostanze tossiche.