Home CRONACA Eroina e cocaina, asse dai Balcani a Lugano: altri due arresti

Eroina e cocaina, asse dai Balcani a Lugano: altri due arresti

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All’origine, e parliamo del dicembre 2023 anche se la notizia uscì nella seconda decade di marzo 2024, fu in quel di Lamone l’arresto di un kosovaro 24enne per infrazione aggravata e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti oltre che per riciclaggio di denaro; fatto acquisito, fatto qui riferito, ed anche nella nota-stampa a suo tempo diffusa dai vertici della Polcantonale parve di capire che il cerchio fosse stato stampato nel senso che le indagini erano state dichiarate concluse previo sequestro di cocaina, eroina ed anche morfina. Beh, non proprio: filo allentato porta ad altro filo allentato, ed ecco il nuovo giro, anch’esso dato quale concluso, sempre con riferimento ad un traffico di sostanze stupefacenti, fulcro nel Luganese ma con varie propaggini, cointeressamento di Polcantonale, Polintercom Torre di Redde e Polintercom Vedeggio; altri due gli uomini finiti in manette, già a gennaio ma c’è stato bisogno di altro tempo sia per corroborare le tesi accusatorie sia per l’acquisizione degli elementi alla periferia dell’indagine, dal che l’odierna informativa sullo stato dell’arte.

I rei, entrambi fermati nel territorio comunale di Torricella-Taverne frazione Taverne: 29enne albanese residente in Albania il primo, 42enne svizzero domiciliato nel Luganese il secondo, l’uno ospite dell’altro in un appartamento nel quale, a prima perquisizione ultimata, erano state trovate eroina (70 grammi) e cocaina (alcuni grammi). Da accertamenti paralleli era emerso quel che gli inquirenti si aspettavano logicamente di trovare, e cioè il fatto che nel contesto dell’attività di spaccio a clienti locali era stata venduta eroina per altri 120 grammi in poco più di un mese. Le ipotesi di reato, a vario titolo espresse: infrazione aggravata e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti ed infrazione alla Legge federale sugli stranieri. Al 29enne è contestato anche il riciclaggio di denaro (ripetuti trasferimenti di denaro all’estero, trattandosi ovviamente di proventi dell’attività illegale); in via supplementare, il 42enne è chiamato invece a rispondere di infrazione alla Legge federale sulle armi (per aver posseduto alcuni fucili non regolarmente registrati). Dell’inchiesta è titolare il procuratore pubblico Simone Barca.