A distanza di oltre 18 anni dal fatto di sangue mutuatosi nella memoria collettiva come “Strage di Erba”, pietra probabilmente tombale stamane su Olindo Romano e su Rosa Angela Bazzi, 63 anni l’uno e prossima ai 62 anni l’altra, marito e moglie, entrambi condannati all’ergastolo: in prima serata di oggi i giudici della Corte di Cassazione hanno infatti detto “no” alla revisione del processo e, di fatto, messo un punto fermo alla vicenda originatasi attorno alle ore 20.00 di lunedì 11 dicembre 2006, quando mani ignote – a rigore di sentenza, quelle di Olindo Romano e di Rosa Angela Bazzi – posero fine alla vita della 30enne Raffaella Castagna, del bimbo (due anni l’età) Youssef Marzouk che di Raffaella Castagna era figlio, della 57enne Paola Galli madre di Raffaella Castagna e della 55enne Valentina Cherubini, una vicina di casa; il 65enne Mario Frigerio, consorte di Valentina Cherubini, fu raggiunto alla gola da una coltellata ma si salvò (l’uomo morirà nel settembre 2014, avendo più volte ribadito la totale certezza della colpevolezza dei due vicini). Parimenti vicini di casa, e meglio coabitanti nel medesimo stabile di corte in via Armando Diaz 25 ad Erba (Como), erano Olindo Romano e Rosa Angela Bazzi, fermati e poi tratti in arresto ad inizio gennaio 2007 in quanto indiziati, poi rei confessi, poi autori di ritrattazione completa, indi (ottobre 2007) rinviati a giudizio, indi condannati.
Da questo momento i processi, le testimonianze (una, soprattutto, da Mario Frigerio, che ripetutamente affermò di aver visto Olindo Romano all’opera), la ridda di elementi circostanziali (alibi fragili a fianco dei noti conflitti interfamiliari), un elemento di disturbo dato dai problemi avuto con la giustizia da Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre di Youssef Marzouk. Senza esito i vari ricorsi, compreso un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Oggi la parola “fine”, a meno di un’istanza alla Corte europea che Fabio Schembri, legale dei due imputati, ha dichiarato di volersi riservare.