Home ESTERI È morto Silvio Berlusconi: fu imprenditore, politico, capopopolo d’Italia

È morto Silvio Berlusconi: fu imprenditore, politico, capopopolo d’Italia

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 19.38) Silvio Berlusconi, fondatore dell’impero editoriale “Mediaset” e del partito politico “Forza Italia” oltre che ideatore del “polo” di Centrodestra oggi al governo e per quattro volte capo dell’Esecutivo tricolore, è morto stamane al “San Raffaele” di Milano per le conseguenze di una patologia – la leucemia mielomonicitica cronica – accertata due anni or sono. Il decesso di Silvio Berlusconi, che avrebbe compiuto 87 anni a fine settembre e che si trovava ricoverato da venerdì (ufficialmente per “accertamenti programmati” dopo una recente degenza protrattasi per oltre sei settimane dall’inizio di aprile), è stato comunicato alle ore 10.38. L’aggravamento delle condizioni di salute era stato percepito sia per l’assenza del solitamente puntuale bollettino medico sia per l’arrivo di familiari in rapida successione (il fratello Paolo ed i figli Maria Elvira detta Marina, Eleonora, Barbara e Pier Silvio; di rientro su Milano era annunciato anche Luigi, l’ultimogenito); accanto a Silvio Berlusconi, così come durante tutto il precedente ricovero, era sempre rimasta la compagna Marta Antonia Fascina, deputata di Forza Italia dal 2018. La camera ardente sarà allestita domani allo “Studio 20” del gruppo “Mediaset” in Cologno Monzese (Milano); esequie programmate per mercoledì in Duomo a Milano, con funerali di Stato e lutto nazionale.

L’imprenditore – Di famiglia con salde radici tra Basso Varesotto (Luigi Berlusconi, il padre, era nato a Saronno) e Milano, Silvio Berlusconi era cresciuto nella metropoli, al Quartiere Isola, conseguendo la maturità classica nel 1954 e laureandosi nel 1961 all’UniStudi (“Statale”), facoltà di giurisprudenza. Di vario genere le prime attività professionali, dalle rappresentanze porta-a-porta all’intrattenimento in cerimonie private, qui in sodalizio con quel Fedele Confalonieri che era suo amico d’infanzia e quasi coetaneo e che lo avrebbe accompagnato nelle avventure imprenditoriali con “Fininvest” e “Mediaset”; poi venditore di frigoriferi della “Ignis” in un negozio di viale Jenner a Milano (grazie probabilmente ai buoni uffici dello stesso Fedele Confalonieri, la cui madre Luigia era sorella del produttore Giovanni Borghi, al tempo non ancora uno tra i giganti del miracolo economico nel Secondo dopoguerra); indi agente immobiliare, cofondatore di una società nel campo dell’edilizia (la “Cantieri riuniti milanesi srl”, 1961) e poi della “Edilnord sas” con l’apporto di due finanziatori, il banchiere milanese Carlo Rasini (di cui Luigi Berlusconi era dipendente) e l’avvocato luganese Carlo Rezzonico. Da qui l’ascesa con varie ragioni sociali (“Edilnord” il marchio più noto) e l’ideazione di Milano2 – una città “ex novo” – in territorio comunale di Segrate. Proprio a Milano2, nel 1978 ovvero in piena fioritura dell’emittenza radiofonica e televisiva privata fra le pieghe di una normativa nazionale posta a tutela del monopolio Rai, l’acquisizione di un’emittente – “TeleMilano”, operante via cavo dal momento che l’intera nuova città godeva di cablaggio completo – sorta nel 1974 ed in gravi difficoltà economiche e la trasformazione in “TeleMilano 58” (“58” era il canale Uhf della frequenza, 766-744 MegaHertz) con inaugurazione ufficiale nella serata di venerdì 29 settembre, giorno del 42.o compleanno di Silvio Berlusconi, direzione artistica affidata al presentatore Mike Bongiorno transfuga “forzato” dall’emittente di Stato. Seguiranno la trasformazione in “Canale cinque”, le acquisizioni di “Italia uno” (novembre 1982, dall’editore Edilio Rusconi) e di “Retequattro” (agosto 1984, dalla “Arnoldo Mondadori editore”), le battaglie contro l’oscuramento del segnale da parte di autorità giudiziarie locali (i pretori di Torino, di Roma e di Pescara) nell’ottobre 1984, infine il successo grazie ad una liberalizzazione per via decretale (l’equiparazione in forma di duopolio tra Rai e “Fininvest” sarebbe tuttavia giunta soltanto nel 1990, con la cosiddetta “Legge Mammì”. Nel frattempo, il gruppo si era già presentato in chiave europea con esperienze in Francia, in Germania ed in Spagna). In materia editoriale, vari gli impegni via via assunti con stampa quotidiana, stampa periodica e case editrici, in parte a successivo inglobamento nel sistema della “Silvio Berlusconi editore”.

Lo sport – Detto delle non marginali operazioni in àmbito di grande distribuzione organizzata (“Standa” e “Supermercati brianzoli”, imprese acquisite e poi cedute) ed in àmbito assicurativo, Silvio Berlusconi si scrollò dalle spalle la fama di “palazzinaro” lanciandosi in campo calcistico con l’acquisto del Milan dopo le dimissioni del presidente Giuseppe “Giussy” Farina: operazione assai complessa, più per la conflittualità nell’azionariato che per la pur rilevante massa debitoria della società; tra il marzo 1986 e l’aprile 2017, quando avrà luogo la cessione “in toto” al cinese Li Yonghong, nella bacheca della società entreranno due Coppe intercontinentali, cinque Supercoppe Uefa, una Coppa del mondo Fifa (per “club”), una Coppa Italia, sette Supercoppe italiane e soprattutto otto scudetti. Più effimera l’esperienza polisportiva, l’hockey quale punta con i Devils Milano – in riforma degli storici “Diavoli rossoneri” – che a tre titoli nazionali aggiunsero un successo in Alpenliga oltre ad una “Coppa Bossi” in quel della “Valascia” di Quinto frazione Ambrì, dotandosi anche di fenomeni quali Jari Kurri (in anno di interregno sull’uscita dagli Edmonton Oilers verso i Los Angeles Kings), Mark Napier e Dmitri Tsygurov fra gli stranieri, poi Bruno Baseotto, Sergio Momesso, Gaetano “Gates” Orlando, Santino “Sandy” Pellegrino ed Emilio Jovio tra gli oriundi, ed ancora Maurizio “Niki” Scudier, Matteo Malfatti e Robert “Bob” Oberrrauch tra gli italiani. Nel settembre 2018, infine, l’acquisto del Monza (calcio) per tramite della “Fininvest”: in quattro stagioni, passaggio dalla terza serie alla serie A.

I guai giudiziari – Diceva d’esser stato costretto a scendere in campo per 80 processi, Silvio Berlusconi. Numeri fors’anche veri, distinguendosi i vari filoni delle inchieste a carico; a dati aggregati, dall’inizio ai giorni nostri, risultano invece complessive 36 situazioni processuali, quattro delle quali erano ancora in corso. Parliamo delle 32 situazioni processuali concluse: in una – il “Caso Mediaset”, un complesso giro di denaro in cui l’imprenditore si sarebbe reso responsabile di appropriazione indebita, falso in bilancio e frode fiscale; tirate in ballo anche presunte sponde bancarie su Lugano – vi fu condanna in via definitiva alla reclusione per quattro anni, dei tre quali da non scontarsi per via di un indulto ed il resto “amministrato” in termini di servizi sociali prestati dall’imputato in una struttura per anziani; poi i “Non luogo a procedere” per prescrizione (otto casi) e per intervenuta amnistia (due casi); poi le assoluzioni perché il fatto non costituisce reato (un caso), perché il fatto non costituisce più reato (due casi) e perché il fatto non sussiste (otto casi); poi ancora le archiviazioni (10 casi). Restano, anzi, restavano in piedi quattro “dossier” di cui uno solo giunto alla fase dibattimentale (“Caso escort”, insorto nel 2014 su basi del 2009) e gli altri tre ancora in alto mare (fasi istruttorie avviate rispettivamente nel 2013 e nel 2014 nei primi due casi, recupero – nel 2017 – di un fascicolo archiviato già nel 1998 nel terzo caso). Più chiacchierato che condannato, insomma, dovendosi prendere atto delle evidenze in sede giudicante e non di teoremi e non di “pendenze” che non pendevano in modo così chiaro, solo che si notino i tempi processuali. E del resto, con le parole dei giuristi: quod non est in libris non est in mundo.

La famiglia – Quietamente tumultuoso, nel corso degli anni, il quadro delle relazioni affettive. Prima moglie, con rito religioso, Carla Elvira Lucia Dall’Oglio, conosciuta nel 1964, sposata nel 1965 con rito religioso, figli Maria Elvira detta Marina e Piersilvio, separazione nel 1980, divorzio ufficializzato nel 1985; seconda moglie, Miriam Raffaella Bartolini meglio nota come Veronica Lario in varie esperienze teatrali e televisive, già legata all’attore Enrico Maria Salerno, convivenza dal 1980 circa, tre figli (Barbara, Eleonora e Luigi) giunti prima del matrimonio con rito necessariamente civile nel 1990, separazione nel 2009 e divorzio nel 2014. Poi due fidanzate: Francesca Pascale, dal 2011 in via ufficiosa e dal 2012 in via ufficiale, sino al 2019; Marta Antonia Fascina, dal 2020 ad oggi. Oltre ai cinque figli, nell’alveo della famiglia allargata figurano effettivi 17 nipoti ed un pronipote (CONTINUA).