Era stato aggredito da un tumore maligno, più volte nell’ultimo anno le sue comunicazioni erano giunte da un letto d’ospedale. A Varese, città della quale era stato consigliere comunale ed amministratore pubblico quale assessore (in quota Democrazia cristiana) per varie legislature, si è spento nelle scorse ore Giuseppe “Pino” Terziroli, figura di riferimento anche in àmbito imprenditoriale (fu per decenni contitolare di una grossa concessionaria di veicoli nel capoluogo, concluse la carriera lavorando nello stesso ramo ma a Como) ed appassionato cultore di storia locale (a suo merito la rivalutazione del patrimonio architettonico – quello religioso in ispecie – nel rione Bizzozero, del quale era originario). Studi allo storico Liceo classico “Ernesto Cairoli” di Varese e poi alla “Cattolica” di Milano, facoltà di Scienze politiche, a fianco dell’attività professionale Pino Terziroli seppe proporre uno sguardo attento ad istanze locali sfociate anche in alcune battaglie, l’ultima delle quali contro l’installazione di un ripetitore telefonico “5g” in prossimità della chiesa romanica titolata a santo Stefano, edificio del cui “Comitato pro restauro” egli era tra l’altro presidente e sulla cui storia aveva scritto un libro.
Pur in un’esistenza non sempre felice a causa anche di un grave lutto dal quale fu segnato, innumerevoli gli impegni via via assunti: insieme con il fratello Gianni, ad esempio, sostenne varie iniziative editoriali, fu ai vertici dell’associazione “Prospettive culturali”, alimentò il gemellaggio tra Varese e Romans-sur-Isère, offrì la prima sede (1989) all’allora neocostituito “Club auto moto storiche Varese” e promosse incontri dedicati ad artisti dell’area insubre, da Bernardino Scapi/de Scapis poi Luini a Pier Francesco Mazzucchelli detto “il Morazzone” a Giovanni Carnovali detto “il Piccio”.