Sarà sicuramente al corrente dei dazi a colpi di miliardate tra Washington, Pechino, Bruxelles, Bujumbura (pardon: adesso la capitale del Burundi è Gitega) e Vattelappescago Sotto La Pioggia; sulla sua pelle, tuttavia, bruciano oggi i dazi – evasi, causa mancata dichiarazione della merce in uscita dal territorio svizzero – per prodotti finanziari decisamente atipici quali risultano essere i… “Pokémon”. Deprivato del patrimonio di 38 carte “Pokémon” dal discreto pregio, e trattabili sul controvalore di buoni 3’000 franchi (a fare i conti sono stati funzionari dell’“Agenzia dogane-monopoli”, d’intesa e previo raccordo con effettivi della Guardia di finanza, compagnia di Luino in provincia di Varese), il cittadino straniero che giorni addietro fu intercettato al valico di Tresa frazione Ponte Tresa su Lavena-Ponte Tresa (Varese), sul lato del varco pedonale che dà accesso diretto al centro storico del borgo, mentre trasportava in pacco chiuso la dotazione di carte collezionabili: niente dichiarazione, niente corresponsione dei dazi, niente pagamento dell’Imposta sul valore aggiunto, come contestato nell’immediatezza dell’accaduto. Una svista? Difficile a credersi. Per ora, come sta nel nome di una delle carte “Pokémon” più conosciute, Destino Sfuggente…