(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 14.24) A distanza di oltre un mese dall’ultimo decesso registrato ed attribuito a “Coronavirus”, di Covid-19, in Ticino, si torna a morire. Peggio: si torna a morire, se l’incrocio dei dati è plausibile e ciò scopriremo soltanto domani stanti le discrasie persistenti nei flussi delle informazioni da enti periferici a strutture centrali e da strutture centrali ai primari interlocutori delle istituzioni, nel sistema delle residenze per anziani: ad indicarlo oggi è il bollettino della “Adicasi”, vale a dire l’associazione dei direttori di tali strutture, confermando 21 positivi all’interno di due realtà, una guarigione (e fanno 1’381) e per l’appunto un decesso, il 386.o in questo àmbito; fatto vieppiù preoccupante, se è vero che appena ieri, nel descrivere la situazione in essere, la stessa fonte riferiva dell’esservi 21 contagiati di cui 20 vaccinati e con un quadro generale tutt’altro che preoccupante (“La maggioranza è asintomatica, e solo in pochi casi si riscontrano lievi sintomi”; tutto fuorché un’indicazione attendibile rispetto all’evolversi drammatico, ed anzi esiziale, di uno di quegli stessi casi).
A fianco delle ora 1’008 vittime, 13 delle quali nel contesto della quarta ondata il cui “terminus a quo” venne qui individuato a giovedì 29 luglio, il consueto, significativo permanere di 18 degenti in strutture nosocomiali, ovvero 15 degenti in reparti ordinari e tre in reparti di terapie intensive. Sempre ai picchi la cifra dei nuovi contagiati, 62 nel volgere delle 24 ore, per un totale di 3’334 nella quarta fase e di 37’115 dall’inizio del computo. Con riferimento al trattamento completo come esito o di due somministrazioni di vaccini o di una somministrazione seguente all’avvenuta guarigione dal “Coronavirus”, 239’328 i soggetti giunti a fine ciclo, per una quota pari al 68.2 per cento sull’universo degli aventi diritto; 479’582 le dosi somministrate con successo.