(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 17.54) La resistenza contro il “Coronavirus” continua, i numeri allarmano. Invertiamo: i numeri allarmano, perché questa è la prima cosa, e questo mentre un intero Cantone dà prova di resistenza umana, fisica e mentale, purtroppo con qualche eccezione che si dovrebbe attribuire – meglio: si spera di dover attribuire – soltanto ad un’imperfetta comprensione del problema. Ma in cronaca deve prevalere un’accettazione fredda ed asettica di quel che ci sta attorno, e le parole servono a poco: sette altre vittime nell’arco di 24 ore, con balzo a quota 22, ed è come dire che il 50 per cento delle morti è occorso in un sol giorno; 22 decessi, cioè metà di quelli registrati su tutto il territorio elvetico. Esplosivo anche il dato sui contagi, ora 834; 169 i pazienti ricoverati, circa un quinto sul totale; 35 quelli in terapia intensiva. In valutazione di Giorgio Merlani, medico cantonale, il picco dell’aggressione portata dal Covid-19 giungerà fra due-tre settimane; da qui l’invito, rinnovato oggi da Bellinzona con parole di Matteo Cocchi (comandante della Polcantonale) e dello stesso Giorgio Merlani, a stringere i denti ed a rispettare le norme, per quanto esse siano parzialmente privative della libertà.
Quasi in contemporanea con gli annunci da Palazzo delle Orsoline in Bellinzona ecco la voce di Berna per una nuova serie di restrizioni a scopo di profilassi: niente divieto di uscita, ma limite di aggregazione (in pubblico) limitata a cinque persone (multe di 100 franchi per persona in caso di superamento di questa soglia); autorizzata nel frattempo la distribuzione – sette giorni su sette – dei prodotti alimentari da parte degli operatori in àmbito di servizio postale; controlli mirati saranno condotti nelle imprese (industria ed edilizia comprese), obiettivo la verifica del rispetto delle regole connesse con l’igiene e con la cosiddetta “distanza sociale”. Definito, nel contempo, un netto incremento delle risorse finanziarie da mettersi a disposizione per sostenere l’economia: ai 10 miliardi di franchi indicati in un primo tempo vengono aggiunti altri 32 miliardi di franchi, primario il sostegno al motore dell’“azienda Svizzera” la cui attività è di fatto ridotta nella misura del 20 per cento. Altri provvedimenti potrebbero giungere nei prossimi giorni.