Chi l’avrebbe detto, tra febbraio e marzo, quando più voci invitavano a fare uno sforzo collettivo sicché nel volgere di un paio di settimane ci saremmo tolti di dosso questa fastidiosa situazione di disagio sanitario, e poi non saremmo più stati costretti a pensarci; chi l’avrebbe detto che alla data di venerdì 2 ottobre ci si sarebbe di nuovo trovati sotto un mezzo assedio (in Svizzera, scarsi i timori per l’ipotesi di un altro “lockdown” ma situazione definita “preoccupante” in vari Cantoni, Ginevra in testa; all’intorno, Francia e Spagna da “allerta”, problemi seri ad est, incertezza per quanto riguarda l’Italia), pur rimanendo ampiamente gestibile il contesto cantonale. Chi l’avrebbe detto, insomma, che per difenderci dal “Coronavirus” sarebbero restate in vigore serie restrizioni di carattere igienico-sanitario, restrizioni la cui conferma giunse stamane da Palazzo delle Orsoline sponda Esecutivo, e per altre due settimane abbondanti ovvero almeno sino a lunedì 19 ottobre; saranno pur date condizioni di “stabilità” – e ci sono, al di là di una crescita nel numero dei contagi – sull’intero territorio cantonale, ma non sussistono novità tali “da indurre a riconsiderare” i provvedimenti in vigore. Ergo: permane il divieto di assembramenti spontanei in cui siano compresenti più di 30 persone; permane il limite di 100 persone ogni sera nei bar in cui abbia luogo la consumazione in piedi, e lo stesso dicasi per i locali notturni; permane l’obbligo di mascherina facciale o di altro dispositivo di protezione individuale per quanti siano addetti al servizio alla clientela.
Nessun cambiamento, inoltre, per quanto riguarda le strutture di riferimento: restano aperti sino a tutto ottobre i quattro “checkpoint” sanitari; confermato sino a tutto novembre il dispositivo ospedaliero ancorato sulle strutture nosocomiali della “Carità” di Locarno e della “Clinica luganese Moncucco” di Lugano, e ciò al fine di “mantenere alto lo stato di prontezza”, qualora peggiorasse “la situazione sul fronte delle ospedalizzazioni”; in pratica, nessun allentamento nel livello di efficienza, e da questo consegue la protrazione di una serie di disposizioni temporanee (“temporanee”; da vari mesi a questa parte…) per alcuni servizi nelle unità pertinenti all’“Ente ospedaliero cantonale”. Capitolo a parte è quello che riguarda le cosiddette “grandi manifestazioni”: da ieri, difatti, in tutta la Svizzera sono nuovamente consentiti gli eventi con oltre 1’000 partecipanti, ma per ciascun appuntamento in cui sia previsto un afflusso a tre zeri serve l’autorizzazione preventiva da parte dei membri di un apposito gruppo di lavvoro istituito in seno all’Amministrazione cantonale, autorizzazione pertanto soggetta all’avvenuto inoltro, da parte degli organizzatori, di uno specifico piano di protezione.