Dopo soli sei anni costellati dall’assenza di impronta e da non rari sbandamenti – contraddizioni a parte: queste erano note da tempo – che l’hanno posta sulla graticola, ad esempio, da parte dei vertici della Svp, Viola Patricia Amherd ha reso noto oggi quanto negli ambienti di Palazzo federale era oggetto di sussurri da giorni, vale a dire le dimissioni da membro dell’Esecutivo e con effetto, tra l’altro, già dalla fine di marzo. 63 anni da compiersi a giugno, vallesana di Briga-Glis e presidente della Confederazione appena lo scorso anno, l’esponente neocentrista giàp ha dichiarato di voler cedere il passo a “nuove forze” dopo un impegno politico protrattosi per oltre sei lustri (tappe principali: in Municipio a Briga-Glis dal 1996 al 2012, in Consiglio nazionale dal maggio 2005 al dicembre 2018, indi eletta in Consiglio federale) e con la titolarità del Dipartimento federale difesa-protezione popolazione-sport quale ruolo ultimo. Incontestato com’è il residuo seggio neocentrista in Governo, il posto di Viola Amherd sarà bersaglio di cospicui interessi: fra i papabili figurano Gerhard Pfister, fresco di dimissioni – con decorrenza da luglio – dalla funzione di presidente del partito, e Martin Candinas, consigliere nazionale grigionese.