Per 10 anni da oggi, si dimentichino delle loro frequentazioni in Italia, delle loro abitudini quand’erano in Italia, dell’esistenza stessa di una nazione che si chiama Italia; ed è già andata bene ad entrambi, che escono anticipatamente dal carcere grazie all’accesso alla cosiddetta “pena alternativa”. Un 23enne egiziano ed un 22enne gambiano sono stati prelevati nelle scorse ore ed accompagnati alla frontiera da agenti della Polizia di Stato in Como, cioè caricati su due distinti aerei e salutati con l’invito a tenere bene gli occhi sul calendario del maggio 2035, “deadline” per un eventuale ma tutt’altro che raccomandato rientro su suolo tricolore: espulsione per entrambi i soggetti, essendo maturate le condizioni – conta poi, ed in ultimo, la valutazione del giudice di sorveglianza – per il rimpatrio. Condizioni così riassumibili: a) pena residua da scontarsi, 24 mesi; b) ad accertata identificazione ché gli “alias” si sprecano, situazione “sfavorevole” alla permanenza, cioè gli acclarati precedenti penali e di polizia, l’assenza di un’attività lavorativa, l’indisponibilità di una fissa dimora e la clandestinità. Il che si è chiaramente profilato nelle due situazioni di cui trattasi: il 23enne egiziano era in carcere per rapina, estorsione, violenza e minaccia a pubblico ufficiale; il 22enne gambiano aveva maturato un soggiorno dietro alle sbarre per reati connessi con lo spaccio di sostanze stupefacenti.