(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 22.01) Come sei anni e tre settimane addietro, una volta ancora a Bellinzona, una volta ancora il terrore a scuola. Un 15enne, indicato da fonti ufficiali come cittadino svizzero domiciliato nel Bellinzonese, a quanto consta allievo dell’Alberghiero ed iscritto ad una prima classe, è stato tratto in arresto alle ore 11.28 circa di oggi all’interno della Scuola cantonale di commercio dopo aver minacciato una docente a distanza assai ravvicinata ed avendo fatto balenare il calcio di quella che sembrava essere un’arma da fuoco seminascosta nei pantaloni; fermato anche un 16enne, che parimenti risulta essere un cittadino svizzero domiciliato nel Bellinzonese e che, secondo prima evidenza di indagine, sùbito dopo i fatti ha portato tale oggetto all’esterno dell’edificio procedendo all’occultamento tra i cespugli. L’oggetto in questione è stato recuperato nel corso dei primi controlli: “Fedele riproduzione di una pistola”, ma “non atta a sparare”, secondo una nota diffusa a cura dei portavoce della Polcantonale e della magistratura dei minorenni.
La docente, che si trovava in una classe al quarto piano dell’edificio, non ha subito conseguenze fisiche, e lo stesso vale per il resto degli insegnanti e degli allievi dell’istituto; l’intero complesso è stato fatto sgomberare nell’immediatezza della comunicazione giunta dai vertici della scuola e trasmesso alla “Centrale comune d’allarme”; imponente il dispiegamento di agenti della Polcantonale con il supporto di colleghi della Polcom Bellinzona; doppio cordone di sicurezza sul perimetro, rapidissimo il trasferimento di personale e studenti, in parte verso la palestra ed in parte verso il palasport; dalla prima chiamata al fermo del 15enne sono trascorsi in tutto 20, forse 25 minuti, e poco dopo ha avuto luogo l’individuazione del 16enne. Pur a situazione risolta, la struttura è rimasta chiusa sino ad avvenuta conclusione degli accertamenti; poco dopo mezzogiorno il “Liberi tutti” con rientro degli studenti al domicilio. Il bersaglio, standosi a prime indiscrezioni, sarebbe stato “mirato” cioè individuato dal giovane delinquente quale responsabile della sua bocciatura, notizia che l’autore del gesto avrebbe appreso poco prima.
Minaccia ed infrazione alla Legge federale sulle armi le ipotesi di reato a carico del 15enne; la sola infrazione alla Legge federale sulle armi è posta ad addebito del 16enne; indagine sotto coordinamento della magistratura dei minorenni. La posizione del complice costituisce motivo di necessario e particolare interesse, dovendosi stabilire se egli abbia avuto in qualche modo parte nell’azione ovvero se almeno egli fosse al corrente delle intenzioni del suo quasi coetaneo. Allo stato delle cose, infatti, non risulta che vi siano state avvisaglie né via reti sociali né per confidenze a terze persone, a differenza di quanto avvenne nel maggio 2018 ossia quando un 19enne finì in manette con l’accusa di atti preparatori di assassinio plurimo – e venne condannato alla reclusione per sette anni e mezzo, pena congelata a favore di un trattamento psichiatrico – dopo aver pianificato una strage con armi da fuoco. Da informazioni di fonte terza, tuttavia, pare che siano state effettuate in giornata alcune perquisizioni domiciliari con sequestro del “personal computer” del 15enne.