Pertiene alla politica ticinese, ed è cosa intelligente ed equa (a ciò fece tra l’altro un cenno Sergio Morisoli, granconsigliere ora in quota udicina dalla componente di “Area liberale”, proprio iersera a “60 minuti” sulla seconda rete Rsi), il mettersi a disposizione con un appoggio personale a temi che provengano da altri partiti, e nel caso anche da schieramenti ideologicamente opposti. Questi ultimi scampoli di estate 2020 stanno tuttavia portando alla ribalta un autentico caso nel nome di Tiziano Galeazzi, parimenti udicino e parimenti membro del Gran Consiglio: sotto una fresca interrogazione (tema: l’inquinamento da microplastiche nei corsi d’acqua e nei laghi) proposta dallo stesso Tiziano Galeazzi trovasi infatti la firma di… Massimiliano Arif Ay, segretario politico e “deus ex machina” del Partito comunista della Svizzera italiana. Di più: Tiziano Galeazzi figura tra le firme del libro “La spesa ai tempi del Coronavirus”, volume di cui è coautore Mirko D’Urso (visceralmente antiudicino ed antileghista e che or è un paio di anni ebbe una diatriba feroce – seguì chiarimento in privato – proprio con Tiziano Galeazzi) e che sarà presentato fra una settimana al “Mat” di Lugano quartiere Pregassona, ovvero la casa teatrale di Mirko D’Urso. E insomma, per Tiziano Galeazzi bisognerà trovare un nuovo appellativo: già lo chiamavano “monsignore” per il suo passo felpato e prelatizio, ora lo si dovrà nominare “cardinale”, in ossequio a Nikolaus Chrypffs altrimenti noto quale Nicolò Cusano, ideatore della “coincidentia oppositorum”… Nell’adattamento iconografico, Nikolaus Chrypffs cardinale del passato e Tiziano Galeazzi cardinale di prossima nomina.