Veniva da nord e procedeva di massima verso sud, cioè con l’intento di passare la frontiera a Stabio frazione Gaggiolo su Cantello o attraverso qualche altro valico verso il Varesotto; a chi dovesse portare la merce, dunque, vedranno di stabilire le autorità inquirenti elvetiche d’intesa con quelle d’oltreramina. La merce in questione, ad ogni modo, rimane qui formando prova probante di attività illecita che al latore del prodotto sequestrato ha già garantito un trattamento con manette in solido acciaio o lega affine, ponendosi un carico di cocaina – chilogrammi 17 al lordo, come da pesatura – appena appena al di là di ciò che uno possa portare con sé rimediando soltanto un’iscrizione nell’elenco degli assuntori abituali di sostanze stupefacenti; l’altr’ieri, difatti, sulla “bretella” della semiautostrada tra Mendrisio e Stabio e meglio in territorio del Comune confinario, il tizio è stato tratto in arresto su intervento di operatori dell’Ufficio federale dogana-sicurezza confini e con il concorso di colleghi della Polcantonale. Nell’auto guidata dal trafficante, un sedicente 25enne di nazionalità ucraina e con residenza in Italia così come italiane erano le targhe della vettura, gli “specialisti visite” delle già Guardie di frontiera hanno fatto girare i cacciaviti e pescato sacchetti a piene mani, sino per l’appunto al concorso dei 17 chilogrammi. Il criminale è stato interrogato ed associato al sistema penitenziario ticinese; “dossier” di inchiesta nelle mani della procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis; prima ipotesi di reato, l’infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti.