(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 18.32) Ha sfondato due posti di blocco nello spazio di poche centinaia di metri; ha messo in pericolo la vita di vari agenti; ha costretto Polcantonale, Polcom Mendrisio, Polcom Chiasso e Guardie di confine ad organizzarsi in una caccia notturna, con il concorso di numerose unità, lungo le strade di Chiasso; in ultimo, si è fermato solo quando un effettivo della Polcantonale ha giustamente estratto l’arma ed ha sparato – un colpo solo, ma ben piazzato – nella direzione della vettura con cui il criminale tentava di esfiltrare dai reticoli del quadrilatero urbano tra lo svincolo della A2 a Chiasso-centro e la frontiera. Dovrà affrontare accuse parecchio gravi, e già ci si può fare il segno della Croce perché né elementi delle forze dell’ordine né civili ci hanno rimesso la pelle, il 55enne richiedente l’asilo prodottosi la notte scorsa in una collezione di reati a spregio dell’altrui vita; lo stesso dicasi per il suo complice, che era uscito precipitosamente dall’auto ad un incrocio e si era dileguato a piedi, e solo intorno alle ore 16.00 di oggi è stato individuato e rintracciato (geniale davvero il soggetto: stava vagolando dalle parti di piazza Indipendenza, dove non sfuggirebbe alla vista nemmeno una moneta da cinque centesimi); il meno della questione risiede nel furto del veicolo, molti gli addebiti, e non è detto che altro non possa emergere in sede di inchiesta (titolare del “dossier” è la procuratrice pubblica Marisa Alfier).
I fatti, nudi e crudi, sulla mera linea temporale, sempre nel territorio comunale di Chiasso con possibile “sbavatura” a nord. Ore 0.52 circa: notizia della presenza di due uomini a bordo di un’auto rubata in via Franchino Rusca, immediata attivazione del dispositivo di ricerca, fulcro operativo nella Polcantonale, compartecipi le altre realtà elencate; posti di blocco approntati, al primo “alt” la vettura non si arresta ed anzi punta al centro e schianta la barriera opposta dai mezzi, rischiando di investire gli agenti; idem dicasi poco più tardi, su altro posto di blocco, stessa dinamica e stesso pericolo, gravi in entrambi i casi i danni alle auto della Polcantonale. In via Serafino Balestra il fermo, non prima dello speronamento subito da un’auto di pattuglia: decisivo l’uso della pistola. Il 55enne, nemmeno un graffio sulla pelle, si arrende; a quel punto emerge che si tratta di un asilante libico, ospite (ora non più, e si spera che ogni discorso in materia sia chiuso per sempre) della struttura federale a tale funzione deputata in Chiasso; contestualmente si ha contezza di quanto sospettato, e cioè della fuga del complice pochi istanti prima, sull’incrocio tra via Bernardino Luini e viale Tenente colonnello Giuseppe Galli; purtroppo, con spazio utile tra sé ed il più vicino mezzo delle forze dell’ordine, e sulle prime sembrò che anche possibile una scelta ben ponderata in funzione dell’allontanamento su comoda direzione, a ridosso della dorsale autostradale e del conglomerato urbano. Beh, no, il tizio non era e non è intelligente in ragionevole misura; e, come detto, 15 ore più tardi eccolo ricomparire in piazza Indipendenza, a distanza di metri 930 su un percorso e di 976 su un altro. In fondo, per quale motivo pensare che qualcuno stesse cercando proprio lui?
Contro il delinquente libico, ad avvenuta dichiarazione di arresto, numerose ipotesi di reato: furto, esposizione della vita altrui a pericolo, grave infrazione alla Legge federale sulla circolazione stradale, guida in stato di inattitudine, inosservanza dei doveri in caso di incidente, violenza o minaccia contro le autorità e contro i funzionari, impedimento di atti dell’autorità; alle valutazioni successive, una volta che siano stati esperiti i necessari accertamenti sulla dinamica dell’accaduto, l’eventuale aggravio. Quanto al complice, nel frattempo identificato come asilante, 33 anni, proveniente dall’Algeria ed anch’egli ospite della struttura in Chiasso, da formalizzarsi la quota pertinente di addebiti. Resta una certezza: questa è una storia da niente “se”, e da niente “ma”.