Home POLITICA Cantonali 2019 / Gran Consiglio: vince il Plrt, Lega tradita anche a...

Cantonali 2019 / Gran Consiglio: vince il Plrt, Lega tradita anche a Lugano

410
0

(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 20.35) Sull’aggiornamento del responso da Lugano, dove il Plrt si impone di misura (20.20 per cento sulle schede, 24.25 per cento sui voti di lista contro 19.21 e 23.83 per cento rispettivamente) sulla Lega dei Ticinesi, che qualche briciola recupera con gli ultimi due Comuni scrutinati – per l’appunto Lugano e Morbio Inferiore – pur restando lontana dagli obiettivi, al traguardo anche lo spoglio delle Cantonali 2019 per il Gran Consiglio. Spoglio che va solo a confermare quanto si era delineato a partire dal primo pomeriggio, dopo provvisorio testa-a-testa fra le due compagini preannunciate per una sfida testa-a-testa. Ai numeri complessivi sui voti di lista: Partito liberale-radical, 25.33 per cento; Lega dei Ticinesi, 19.87; Partito popolare-democratico, 17.63; Partito socialista, 14.47; e questo per le formazioni rappresentate nell’Esecutivo. Con effetti 133’420 votanti, per una quota pari al 59.34 per cento, ed in presenza di 3’300 schede bianche e di 1’047 nulle (434 in tutto le schede contestate), ossia a 129’073 schede valide di cui 25’480 (19,74 per cento) senza intestazione, in odore di formazione dei gruppi nel Legislativo sono i “Verdi del Ticino” (6.63 per cento) e l’Unione democratica di Centro (6.79). Possibile frammentazione dell’emiciclo con vari “satelliti” da singolo deputato o singola deputata; positivo il passo della neonata “PiùDonne” (2.07), alimentata da una battagliera Tamara Merlo, e del “Movimento per il socialismo” (2.39) che a Matteo Pronzini dovrebbe affiancare un altro esponente; fuori gioco, invece, la “MontagnaViva” di Germano Mattei (0.73); altri sul filo del possibile seggio grazie alle ripartizioni. Lo spoglio, dopo l’“impasse” tecnica determinatasi – così riferiscono taluni; d’altro avviso il cancelliere dello Stato – a causa un problema di lettura delle crocette sulle schede, si è concluso solo in serata, con ritardo di un paio d’ore rispetto a quanto preventivato. Prime ripercussioni sui nomi dei sicuri esclusi: clamorosa, in particolare, la mancata elezione di Franco “Chino” Denti, presidente dell’Ordine dei medici, presentatosi con i colori dell’Unione democratica di Centro dopo militanze in Partito popolare-democratico e “Verdi del Ticino”.