Data terrestre martedì 22 luglio 2025, 26 giorni or sono. In sede di presentazione dell’annata sportiva 2025-2026, Martin Blaser capintesta del Lugano pedatorio annuncia gli obiettivi messi in conto: al termine della prima fase di campionato, cioè dopo 33 turni, piazzamento fra il primo ed il sesto posto (il che significherebbe permanenza in corsa per titolo e/o qualificazione alle Coppe europee); qualificazione alla fase a gironi in EuropaLeague o, in subordine, qualificazione alla fase a gironi in ConferenceLeague; infine, ingresso in finale per quanto riguarda la Coppa Svizzera ed a quel punto provare a ripetere quanto fatto nel 1931, nel 1968, nel 1993 e nel 2022, cancellando le tristi memorie del torneo 2022-2023 (2-3 all’atto conclusivo contro lo Youngboys) e del torneo 2023-2024 (8-9 dopo rigori all’atto conclusivo contro il Servette) volendosi restare solo agli episodi più recenti. Crollati nel frattempo i percorsi in EuropaLeague ed in ConferenceLeague e periclitante com’è il cammino in campionto, la Coppa Svizzera era ad ogni modo data sino a mezzodì come un frutto da cogliersi punto ed amen; ed invece i bianconeri sono già fuori alla prima chiamata, come un qualunque Nebikon di Quarta lega eliminato ieri dal Bellinzona (nessuno si offenda: serve per offrire il parametro, e poi abbiamo già reso omaggio ieri ai lucernesi che a 22 minuti dal fischio finale stavano soccombendo soltanto per 0-1). Fuori ad opera del Cham, fino ad ora una vinta ed una persa in Lega promozione cioè terza serie, squadra reduce dallo 0-3 di sabato 9 agosto sul terreno dello Sciaffusa dopo esordio invero reboante (6-0) nel pomeriggio di sabato 2 agosto; vien quasi male, constatato quanto occorso all’“Eizmoos” nel pomeriggio, il dover ricordare che a buscare tale scoppola era stato il… Lugano “Under 21”; in quella circostanza, almeno il parziale alibi dell’espulsione del portiere Diego Mina dopo 41 minuti di gioco. Qui, nella già “Grande y felicisima armada” ossia “Armada invencible” agli ordini di Mattia Croci-Torti, manco più il diritto a mostrare la faccia.
Emblema dello sciagurato pomeriggio dei bianconeri è non la stralunante partita in sé, ma l’ultimo brandello della medesima. Sotto infatti per 1-2 allo scadere, e cioè mentre l’arbitro Sven Wolfensberger stava incominciando a palleggiare il fischietto fra indice e medio della mano destra, il neoacquisto Erik Elias Pihlström si è prodotto in un numero degno della buona nomea da cui il non ancora 19enne è accompagnato, incursione con gambe fresche (era subentrato da poco più di mezz’ora ad Hicham Mahou) e fallo subito in area; rigore sacrosanto, esiste uno specialista che corrisponde al nome di Anto Grgic ed al 91.o, sul tabellone, si stampa il 2-2 che vorrebbe dire quota da 5.75 circa per gli scommettitori, non molto rispetto alle 13 volte la posta per un successo del Cham ma sempre meglio rispetto all’1.22 quasi regalato per un successo del Lugano. Gelo fra gli oltre 2’000 spettatori, si immagina cioè si sa già che la storia non sarà quella di Cenerentola al ballo. Ed infatti: palla al centro, Joël Ris la spara sul bersaglio come una lavandaia va a strizzare le lenzuola, stai a vedere che. Difesa bianconera modello Karin Keller-Sutter in conversazione telefonica con Donald Trump, cioè a metà fra l’impalato e lo stupito da madonnina infilzata; goal, è il 93.o, ed il valore di mercato del centrocampista – sicuro, un centrocampista, nemmeno il “puntero” per le cui finte nutrire paura – raddoppia sui due piedi.
Di quanto occorso in precedenza diremo: a) Amir Saipi estremo difensore abominevole, voto 1 perché te la regala lo Stato, a questa stregua meglio giocare con il portiere volante o con l’uomo di movimento in più come nell’hockey quando bisogna tentare l’osabile e l’inosabile; b) effimero il vantaggio (6.o) siglato da Daniel Dos Santos, unico acuto e questo ha offerto la ditta; c) al 41.o il pareggio di Eric Tia, al 50.o il sorpasso con Laurin Vögele; nel caso interessi, entrambi erano andati a segno contro il Lugano “Under 21”; e pensate un po’ che cosa staranno raccontando, adesso, in famiglia. Ma pensate anche a quel che si saranno detti, e non detti, sul pullman di ritorno da Cham, sempre che tutti abbiano trovato un passaggio e non siano stati costretti ad arrangiarsi con mezzi propri: da stazione ferroviaria a stazione ferroviaria, in fondo, fanno due ore e qualcosa ed almeno non si è obbligati a stare sugli stessi sedili.
Il Ticino rimane in lizza, allo stadio dei 16.i di finale, con il Bellinzona e con il Morbio, che se la vedranno rispettivamente con Grasshoppers Zurigo e RapperswilJona. Oremus.