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Calcio / Europa league, Lugano da impresa: Partizan steso a casa sua

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È solo il primo tempo di una partita da 180 minuti? Vero. Il margine di un goal è da minimo edittale? Vero. Al ritorno si dovrà ragionare come se se si partisse dallo 0-0? Vero. Se vi va, allunghiamo la broda con l’intero repertorio delle domande che il tifoso si pone quando vede ma non vuole ancora credere, quando è confortato dagli occhi ma con le mani o prega o affastella scaramanzie. Stasera, all’esordio in Europa league (ingresso al terzo turno dei preliminari) dopo aver ben figurato in Champions’ league (3-4, 1-2 contro il Fenerbahce, e nella seconda partita essendo stato in grado di comandare le operazioni sino a mezz’ora dalla fine), il Lugano pedatorio ha fatto ciò che dal Lugano del “conducàtor” Mattia Croci-Torti ormai ci si aspetta persino: trasferta a Belgrado, obiettivo primo non prenderle, obiettivo secondo provare a cogliere un’eventuale opportunità, opportunità emersa, opportunità sfruttata, ergo 1-0 fuori casa sul Partizan e fra una settimana, massì, proprio a Ferragosto si tratterà di confermarsi, validi due risultati su tre. In caso di superamento del turno, accesso al “play-off”, senza respiro: intervallo di una sola settimana, e tra giovedì 22 agosto e giovedì 29 agosto si tratterebbe di estromettere un’altra squadra istanbuliota, al secolo il Besiktas. Essendoci di mezzo anche il campionato di massima serie, dove i bianconeri ohibò ohibén sono capofila a punteggio pieno, bel programmino.

Tutto da prendersi un pezzo per volta, sarà stata la raccomandazione negli spogliatoi prima della partita ed anche dopo la partita. Tutto da prendersi anche con giusta dose di entusiasmo: il Partizan sarà anche in ribasso nell’opinione dei suoi sostenitori, che oggi hanno in effetti scioperato (3’163 presenze in un impianto dall’accoglienza 10 volte tanto) facendo capire alla dirigenza che la società ha una storia ed un’identità da difendere, ma ha giocato per quanto nelle sue capacità, ha sfiorato il pareggio in un paio di occasioni (persino al 94.o con Young-Jun Goh ed al 95.o con Nihad Mujakic), ha rischiato di subire lo 0-2 (88.o, Daniel Dos Santos sull’angolino in basso a destra), insomma si è dato d’attorno. Se dobbiamo però parlare di tendenza, equo il premio riscosso dai bianconeri: cinque tiri in porta contro tre, possesso-palla al 64 per cento, padroni di casa ripetutamente tenuti in linea di galleggiamento dal portiere Aleksandar Jovanovic, vedasi al minuto 69.o con deviazione prodigiosa su conclusione di Daniel Dos Santos, prodromo al goal risolutivo di Mattia Zanotti in sganciamento dalla difesa, minuto 73, qui il buco è nell’angolo sinistro e nessuno ci arriva, né per determinazione né per caso. Oh, solo per ricordare uno dei “must” nella letteratura crocitortiana: quando ha sfiorato il vantaggio, Daniel Dos Santos era entrato in campo da meno di un minuto, cambio per Mohamed Belhadj; quando Mattia Zanotti ha chiuso i conti, a propiziare il suo siluretto era stato Shkelqim Vladi, messo anch’egli sul terreno al 68.o, qui al posto di Ignacio Aliseda. Con rispetto, Mattia: incomincia a farci un po’ paura, sa?