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Calcio / Euro 2024: Tricoloria non pervenuta, Rossocrociazia ai quarti

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Alle ore 19.53 di sabato 29 giugno, Tricoloria fuori dagli Europei di calcio 2024 ad opera della Rossocrociazia; l’inconsistente pattuglia affidata a Luciano Spalletti naufraga nel mare della sua nullità strategica, Murat Yakin ha buon gioco nell’approfittare per un 2-0 declinato fra il 37.o (Remo Freuler) ed il 46.o scarso (Ruben Vargas su una coisina messa lì così e capitalizzata cosà). Con buona pace dei colleghi e dei tifosi (gli unici meritevoli in una spedizione pedatoria alla Armata Brancaleone), il cielo non è più azzurro sopra Berlino. Rossocrociazia pertanto qualificata ai quarti di finale, prossima avversaria o l’Inghilterra o la Slovacchia. Qui gli di séguito gli spunti di cronaca a modo nostro.

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Solo per quelli che l’hanno menata da giorni e giorni: Rossocrociazia contro Tricoloria non è un “derby”. Non lo è nemmeno Vacallo-Maslianico, per capirci.

Nella Tricoloria manca Federico Di Marco. Non è una buona notizia per la Rossocrociazia.

Luciano Spalletti, selezionatore degli Azzurri, si presenta in maniche di camicia. Perlomeno ci sarà risparmiata quella sua ridicola giacchetta da ospite in un carcere di media sicurezza nel North Dakota.

Se siete pratici di scommesse clandestine, “Nicolò Fagioli se la gioca” è espressione che induce all’equivoco.

13 minuti e, quale massima espressione d’attacco, una punizione di marca rossocrociata e senza pretese. Messa così, si andrà diritti ai rigori.

Breel Embolo tenta l’esterno ad aggirare Gigio Donnarumma. Minuto 23, panico difesa azzurra. A Murat Yakin, iersera, Luciano Spalletti avrebbe potuto fare una telefonata, almeno per informarlo della sua intenzione di schierare 11 tronchi zavorrati in plinti di cemento.

In catodo il secondo commentatore Rai: “Il problema è che non la teniamo”. Per la “toilette”, come sempre, in fondo a destra.

Al confronto con la Tricoloria della prima mezz’ora, si direbbe che persino il Joe Biden del dibattito con Donald Trump sia un tipo sveglio.

Lo schema della Tricoloria è dichiarato come 4-3-3 ma è in realtà un 4-3; di quelli davanti, tracce soltanto per rilevato consumo di ossigeno. La Rossocrociazia, per contro, applica “Tutti avanti, tutti indietro, tutti con il metronomo”: è una specie di 5-5-5 sulla falsariga della Longobarda di Oronzo Canà.

Avanti 8-1 nei tentativi di conclusione, al nono tiro la Rossocrociazia timbra (37.o) con Remo Freuler che vede un pertugio di mezzo metro scarso sulla destra di Gigio Donnarumma e lo uccella. Otto minuti più tardi, Fabian Rieder picchia dentro un calcio d’angolo direttamente su Gigio Donnarumma e quasi lo stende (salvataggio manona-palo). Nel baseball farebbero chiudere baracca e burattini per manifesta superiorità.

32 secondi dopo l’intervallo. Ruben Vargas a giro dall’interno dell’area, 2-0 pennellato. Vale, anche se la Tricoloria è ancora negli spogliatoi.

Su contestata rimessa laterale, un azzurro impreca aprendo la crisi diplomatica fra Roma e Santa Sede. Era già accaduto, in altra partita, per voce di un tale che si chiama Cristante: a dimostrazione dell’assunto secondo cui non c’è più religione, stavolta il tizio si chiama Chiesa.

51.o, palla a stamparsi sul palo alla sinistra di Yann Sommer causa errato alleggerimento. Insomma, rischio frittata con salsa Schaer.

All’ora di gioco, Tricoloria a zero dicansi zero conclusioni proprie nello specchio della porta avversaria. Data tale premessa, suggerisce un amico matematico, probabilità di riaggancio quotate meno di un Emmanuel Macron vincitore delle Legislative di domani in Francia. Il primo tiro (uno strozzato da tenore leggero che abbia subito tre mazzate sulla carotide) giungerà al 72.o, dal neoentrato Mateo Retegui.

Murat Yakin, di grazia: perché Leonidas Stergiou come cambio? Che cosa ti abbiamo fatto di male? Perché ci stai odiando così? Hai fatto una scommessa con Nicolò Fagioli (vedasi sopra)?

Primo buco nella difesa, Gianluca Scamacca tocca di esterno destro e lascia una lacrima sul palo (73.o). Andata di lusso.

91.o, Renato Steffen per Michel Aebischer. Apoteosi Lugano.

Lunghe disfide a colpi di cartelli “culinari” sugli spalti, ma alla fine è fonDue a zero.

Yann Sommer sorride, anche se sa di essere stato il peggiore dei suoi: non lo si è praticamente mai visto all’opera.