Come i musicanti di Brema: partita per suonare e per replicare il successo (3-1) dell’esordio contro l’Ungheria, al secondo impegno negli Europei 2024 di calcio, e sempre sul campo di Colonia, la Rossocrociazia rischiò stasera di essere suonata dagli scozzesi, chiudendo su un micragnoso 1-1 ed avendo rischiato il colpo del “kappaò” ad una manciata di secondi dal fischio finale. Le reti: 12.o, Fabian Schär (autogoal) 0-1; 25.o, Xherdan Shaqiri, 1-1. Gli altri risultati: Germania-Scozia 5-1; Rossocrociazia-Ungheria 3-1; Germania-Ungheria 2-0. La classifica del gruppo “A” dopo due turni completi: Germania 6 punti (differenza-reti, più sei); Svizzera 4 (differenza-reti, più due); Scozia 1 (differenza-reti, meno quattro); Ungheria 0 (differenza-reti, meno quattro). Qui la cronaca a modo nostro.
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Primi cinque minuti degli scozzesi come nei primi cinque minuti della battaglia di Culloden, anno 1746. Si spera in analogo finale.
Brutale contropiede, Fabian Schär la butta dentro. Nella porta della Rosscrociazia. Don’t worry, ma tanto sorry.
Quattro erano sino ad oggi le versioni dell’“Urlo” di Edvard Munch. Diventano cinque con la faccia che fa Yann Sommer all’indirizzo di Fabian Schär dopo l’autorete.
Se valessero ancora i “10 angoli un rigore” come ai tempi del campetto oratoriano, la Rossocrociazia arriverebbe al “bonus” intorno a metà primo tempo.
Okay, Xherdan Shaqiri è andato a giocare negli States, dove tanti svernano, et cetera. E per 24 minuti e mezzo si era qui a dire: l’è nài, al gh’è pü. Poi una palla rubata alla John “Hondo” Havlicek o alla Larry Joe Bird, facendosi sponda sul basket, e nel “sette” si stampa il sinistro sabongiesco per il pareggio.
Sorpasso compiuto, sorpasso azzerato per fuorigioco. Manuel Akanji fregato dal fisico tipo Tiramolla: spalle troppo all’indietro, il Var non perdona.ù
Telecamere sul pubblico allo scadere della prima frazione. Inquadratura di tre secondi su una tifosa scozzese che fa partire un grido di gioia sparato in sol10. Danni permanenti all’udito per due terzi della tribuna.
65 secondi della ripresa e già due calci d’angolo per la Rossocrociazia. Quella regola dell’oratorio non era poi così male, sapete?
Posa vezzosa di una tifosa biondina. A migliaia su “Google images” per cercare di conoscerne l’identità e per chiederle l’amicizia tra “Facebook”, “Tinder” ed ogni altra piattaforma possibile.
Cambio allo scadere dell’ora: dentro Breel Embolo per Xherdan Shaqiri. Pareggiare dovrebbe essere una non-opzione, ma a premere sono gli scozzesi e allora si incominci a ragionare sull’idea del mezzo bicchiere pieno.
Minuto 66, punizione: Scott McKenna va di testone e stampa il palo alla destra di Yann Sommer. E con questo si passa in debito con la fortuna.
La mette dentro, Breel Embolo, all’82.o e dopo che i suoi compagni hanno appena sofferto pene infernali. Ma nulla, soliti centimetri, solito fuorigioco.
Già nel recupero. Manuel Akanji salva a centimetri zero dalla linea. Non meravigliatevi se domattina Berna riceverà una dichiarazione di guerra da Edimburgo.
Finisce 1-1. Dovevano essere tre punti facili ed a corredo dei quali prestare anche attenzione al “plus” della differenza-reti nel raffronto con la Germania prima forza del gruppo; è andata di lusso che sia arrivato un punticino. Non è il caso di fasciarsi la testa: bisogna ingessarsela. E nel frattempo, come direbbe la Kerry, slainte, anche se il bicchiere di whisky è poi a metà della metà, immagine docet.