Home SPORT Calcio Dna / Terremoto in casa Lugano, silurato il direttore sportivo

Calcio Dna / Terremoto in casa Lugano, silurato il direttore sportivo

23
0

Per un Lugano felicemente reissatosi al comando del calcio svizzero di massima serie ecco anche un Lugano la cui struttura è scossa oggi da un sisma: Carlos da Silva, 41enne portoghese da Setúbal e naturalizzato svizzero, da calciatore in bianconero fra il 2008 ed il 2013 con 41 goal e 151 presenze, è stato messo alla porta con effetto immediato con “disdetta ordinaria del rapporto di lavoro”, disdetta nel frattempo già notificata. Il lusitano, cui sono andati i ringraziamenti di prammatica ma nemmeno una parola in più, si trovava formalmente nel ruolo di direttore sportivo dall’agosto di quattro anni or sono seppur in subordine, da Capodanno e previo annuncio dato al termine della seconda decade di novembre, a Sebastian Pelzer, 44 anni, germanico in provenienza dai Chicago Fire; in altri termini, la posizione di Sebastian Pelzer era stata definita come “chief sports officer”, con assunzione della “responsabilità di tutti gli àmbiti propri al Dipartimento sport”, mentre per Carlos Da Silva era stato ritagliato il compito di cura esclusiva della prima squadra “al fine di rispondere alle crescenti esigenze” in tale contesto.

Possibile che, pur nella riformulazione espressa, la luna di miele si sia interrotta in tali tempi e con tale freddezza? Possibile sì, perché effettivamente ciò è accaduto. Eppure, meno di tre mesi addietro. La relazione professionale era setata confermata con apparente entusiasmo da Martin Blaser, vicepresidente e delegato del Consiglio di amministrazione della “Football club Lugano Sa” (“Siamo tutti molto lieti di poter continuare a contare sulla preziosa esperienza di Carlos Da Silva”); e Carlos Da Silva, di suo, aveva aggiunto di essere pronto a dedicarsi “con entusiasmo allo sviluppo della nostra prima squadra”; sostenendo tra l’altro che l’“adattamento” (testuale) avrebbe permesso “di migliorare le condizioni necessarie al raggiungimento dei nostri obiettivi ambiziosi e di ottenere successi ancora maggiori in futuro” e che, del resto, “era chiaro che prima o poi si sarebbe reso necessario un sostegno più ampio alle responsabilità proprie al Dipartimento” in ragione “della crescente complessità delle diverse attività e competenze”. Sostegno arrivato, ma che a quanto risulta poteva prescindere dalla presenza dell’ormai ex-direttore sportivo. Con la squadra, si sottolinea, davanti a tutti nella corsa al titolo. Al che la domanda: che cosa è accaduto, quale filo si è spezzato?