Turno numero uno, squadra prorompente: a Zurigo fu infatti un 4-0, e pensieri di gloria inondarono il Ticino calcistico di fede bianconera, potendosi infatti sperare in una lunga cavalcata ai vertici della massima serie nella stagione intiera. Poi, due mesi e mezzo di ambasce, un punticino qui ed una legnata là, Europa league compresa. Nessuno si stupisca allora se il ritorno del Lugano al successo in Dna (sì, credeteci, il Lugano ha vinto, oggi) è da salutarsi con entusiasmo in tono minore, un “Okay” al posto di un “Wow”: primo, perché deve correre tanta acqua sotto i ponti del Cassarate prima che i delitti compiuti in tempi recenti vengano purgati; secondo, perché il 2-1 a Sion è frutto di fattori estemporanei ed anche del disorientamento cerebrale dei vallesani, il cui tecnico – uno cui tutti dobbiamo qualcosa in tributo, trattandosi di Stéphane Henchoz plurinazionale quando quella era ancora la Svizzera e non una qualunque Rossocrociazia – si sarà sentito in dovere di dirne quattro ai giocatori almeno un attimo prima di essersene sentite dire otto dal presidente.
Episodi, allora. Sfruttati bene, ma pur sempre episodi. Situazione cristallizzata sino ad un quarto d’ora dal fischio finale, ed a quel momento s’era visto pochin pochetto: Carlos Alberto de Souza “Carlinhos” iúnior il più attivo, due conclusioni neutralizzate a fatica ed una terza finita di tre palmi sopra la traversa; Alexander Gerndt in ottima posizione ma servito con ritardo in altra circostanza. Un pari non avrebbe stonato, per quel che dava il campo; ma il Signore guarda sempre giù ed ogni tanto prova pietà per i derelitti, e Bálint Vécsei dev’essere tra i suoi prediletti perché un giretto di quel genere tra i paracarri della retroguardia vallesana, 10 volte su 10, si schianta con ignominia sul marameo del primo difensore. Vantaggio, momento di esaltazione collettiva, delitto ed immediato castigo: di Ermir Lenjani l’1-1, minuto 82, deviazione di capoccia su palla a misura di pigmeo, Noam Baumann portiere dormiente e storia in pratica chiusa. Salvo che: minuto 90, da Ayoub Abdellaoui una minaccia (sventata); Lugano al possesso-palla, deviazione, calcio d’angolo guadagnato, palla in mezzo, titic-e-titoc, distanza metri 16, ancora Bálint Vécsei a provarci ed a riuscirci. Il tempo di andare a centrocampo sul 2-1, gestione della sfera, un pestone preso da Eloge Yao per effetto della frustrazione del diretto avversario, e tre punti. I quali, checché pensi o provi a recitare Fabio Celestini allenatore, poco cambiano nella sostanza, a parte l’esser stata spezzata una catena di sofferenze. Oh, certo: la panca, per il momento, è salva. E non è che dal Lucerna in giù qualcuno possa affermare di stare in buona salute. Ma del “Mors tua vita mea”, in sincerità, si farebbe a meno.
I risultati – Thun-Lucerna 0-2 (ieri); NeuchâtelXamaxSerrières-Servette 2-2 (ieri); Sion-Lugano 1-2 (oggi); San Gallo-Basilea 0-0 (oggi); Zurigo-Youngboys 0-4 (oggi).
La classifica – Basilea 23 punti; Youngboys 22; San Gallo 17; Sion 16; Lucerna 12; Servette, Zurigo 11; Lugano 9; NeuchâtelXamaxSerrières 8; Thun 6.