Dell’eliminazione di ieri dalla Coppa Svizzera ad opera del Cham, squadra di terza serie, si è detto su linea omogenea con quanto era stato detto dopo l’uscita immediata da EuropaLeague e con quanto era stato detto dopo l’estromissione improvvida dalla ConferenceLeague; circa il campionato di massima serie, idem, fatto salvo lo sprazzo – un lampo, di fatto singolo – contro il Basilea. Fra i molti giudizi di queste ore a proposito della crisi di risultati del Lugano pedatorio, meritevole di apprezzamento per equilibrio la presa di posizione che giunge dall’“Old shit 2014”, tifoseria militante con oltre 200 soci e che nei tre anni e 10 giorni di esistenza ufficiale (ma l’idea era sorta per l’appunto nel 2014) ha visto opere liriche ed ora sta assistendo ad un filmaccio da fantahorror.
Gli assunti, semplici ed espressi con cortese fermezza: a) non sono accettabili certe prestazioni; b) non è accettabile il fatto che per due anni di fila l’eliminazione dalla Coppa Svizzera sia giunta per mano di squadre della terza schiera; c) non è accettabile l’avere una “rosa”, fra titolari e subentranti, che va in quotazione attorno ai 70 milioni di franchi “ma che in campo ne dimostra zero”; d) non sono convincenti varie fra le scelte compiute da Sebastian Pelzer, nuovo direttore sportivo, nell’allestimento della “rosa” stessa; e) non è per nulla convincente la scelta di continuare a puntare su un portiere “inaffidabile” (riferimento ad Amir Saipi). Le considerazioni: a) siamo convinti che l’odierno Lugano “sia capace in ogni caso di far vedere il bel gioco” e di “portare vittorie come nel 2024”, ma “a livello mentale deve cambiare qualcosa, e sùbito”; b) ci impegniamo, come “fan club”, a sostenere la squadra (“Siamo nati per quello”); anzi, lo faremo sempre “per amore della nostra città e dei nostri colori”, ma… ma “meritiamo rispetto”. Così come l’intero Ticino che si riconosce in bianconero…