L’identificazione del corpo, volendosi essere precisi al millesimo, è ancora priva di riscontro formale, ma “gli elementi finora raccolti convergono” sul trattarsi di un 24enne svizzero domiciliato nella regione, cosa che peraltro fonti giornalistiche avevano scoperto e pubblicato – un’incertezza rimaneva sul filo dell’età, a scarto di un anno – sin dalle prime ore successive alla scoperta del cadavere; in pratica, manca solo la conferma della riprova delle conferme dalle analisi che, come tengono a precisare dagli uffici del ministero pubblico, “richiedono diverso tempo”. Su tutto il resto, incertezza o per meglio dire massima apertura ad ogni ipotesi: così il portavoce dell’ufficialità sul caso del cadavere trovato cinque giorni addietro in un appartamento di Locarno quartiere Solduno, edificio di via Muro della Rossa, decesso presumibilmente da farsi risalire a non poco tempo prima dell’arrivo degli agenti.
Oggettivamente tesa al dilatorio è la nota-stampa diffusa oggi, in linea di massima quale punto fermo alle indubbie pressioni di colleghi che non si contentano del “Non verranno rilasciate altre informazioni” quando poi non mancano gli spifferi a contenuto di notizia vera. Indicazioni da Palazzo Pretorio (a memoria, l’inchiesta è coordinata dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri): a) gli accertamenti sulle cause della morte e sulla dinamica dei fatti proseguono per tramite di rilevazioni tecnico-scientifiche, ricerca di tracce forensi e raccolta di testimonianze; b) come anticipato, ogni ipotesi viene vagliata; c) l’autopsia è stata svolta; d) è atteso il completamento di tale autopsia con elementi probanti da acquisirsi per tramite delle analisi tossicologiche e di altri esami per i quali serve egualmente un “quid” di tempo “affinché i risultati siano consolidati da un profilo scientifico”; e) il rapporto è coperto da segreto istruttorio e non è ancora stato trasmesso alla magistratura. Tanto abbiamo, tanto riportiamo.