(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 10.10) Onda lunga dal pessimo venerdì in Europa, e con impressionante risonanza nell’Est asiatico (Nikkei-225 a Tokyo, meno 7.83 per cento; Hang Seng ad Hong Kong, meno 13.43), nelle Borse europee sulle quali si propagano incertezze, timori e paure sempre in ragione dell’assenza di capacità concettuali di assorbimento dei nuovi dazi da Washington e di attitudine a risposte coerenti e congrue. Accade così che lo “Swiss market index”, al massimo storico su quota 13’199.05 punti nel corso della seduta di lunedì 3 marzo, esattamente alle ore 9.38 di cinque settimane più tardi si ritrovi ad aver toccato un minimo su quota 10’775.83 punti, situandosi al momento attorno ai 10’898 punti ovvero in perdita pari al 6.44 per cento; la perdita è ora superiore al 13.48 per cento sulla settimana e si situa oltre il 16 per cento sul ciclo di medio periodo (quattro settimane), traducendosi in un “meno 6.00” per cento dall’inizio del 2025 ed in un “meno 5.55” per cento dalla prima settimana di aprile 2024. Spettro del listino primario: “Swisscom Ag” in vetta (meno 4.13 per cento), “Partners group holding Ag” in coda (meno 9.86); sbandata allarmante per “Ubs group Ag” (meno 9.03, di fatto a raddoppio della flessione accusata nel 2025). Fibrillante l’allargato, dove non pochi titoli restano al momento privi di prezzo e di contrattazione.
Così sulle altre piazze europee di primo livello: Dax-40 a Francoforte, meno 6.56 per cento; Ftse-Mib a Milano, meno 7.16; Ftse-100 a Londra, meno 4.94; Cac-40 a Parigi, meno 5.87; Ibex-35 a Madrid, meno 5.66. Valute: fuga verso il franco svizzero, di cui bastano 93.19 centesimi per un euro ed 84.65 centesimi per un dollaro Usa; bitcoin allo sbando su controvalore teorico di 64’343 franchi per unità.