Quanto ci costa, quanto ci sta costando, quanto ci costerà il deragliamento di quel giorno d’agosto, sulle prime un episodio che sembrava poter comportare qualche disagio, sicuro, ma nel breve, e poi si scoprì invece che era stata spazzata via una fetta dell’infrastruttura ferroviaria, e difatti siamo nel mezzo del guado ma senza alcuno che ci rassicuri sull’uscita dal guano? Quanto in costi materiali ed afferenti, ora sappiamo ma anche non sappiamo: il caso micragnoso occorso sulle linee rotabili della galleria di base, manufatto che in sostanza era appena uscito dal rodaggio (il “tunnel” in sé non ha colpe, sia chiaro), comporta per certo un investimento fra i 100 ed i 130 milioni di franchi “in base alle conoscenze” del momento; ciò non esclude che altro possa emergere, ergo si considerino 130 milioni di franchi più “ics” imponderato (per inciso: dai piani alti delle Ffs affermano sommariamente che vi è copertura da polizze assicurative; lecita la domanda sull’essere tali assicurazioni valide e corrispondenti in tutto e per tutto). Voci da spuntarsi: sostituire i binari sullo sviluppo di sette chilometri lineari “perché il limitarsi a riparare i numerosi punti danneggiati equivarrebbe ad un lavoro di rattoppo” (si fa peccato a sospettare, ma chissà che questa sia la premessa per qualsivoglia altro intervento futuro cagionato da un problema tecnico); demolire e posare “ex novo” l’intero strato di calcestruzzo a supporto delle traversine monoblocco, 20’000 e più delle quali sono egualmente da sostituirsi (media: tre traversine ogni metro lineare di binari); rimuovere e sostituire anche il portone di cambio binario, idem dicasi per due scambi di gestione dei flussi ad alta velocità e per “molte altre parti dell’impianto”, parti “rilevanti per la sicurezza e per l’esercizio”.
Sul campo sono impegnati, a detta di un portavoce Ffs, sino ad 80 collaboratori del gruppo e di aziende esterne, e ciò sui tre turni; le attività di ripristino procedono al ritmo di 300 metri ogni settimana, ma parecchio tempo richiederà anche il montaggio del portone di cambio binario e dei due scambi ad alta velocità nella stazione multifunzionale in territorio comunale di Faido. Non solo: ad avvenuto completamento dei “lavori di riparazione” – che in realtà, come ammesso, vanno oltre il mero intervento – sarà infine necessaria “un’intensa fase di messa in esercizio con ampi lavori di collaudo e di controllo” e corse di prova, storia già udita e che non pare aver prodotto gli esiti sperati, o ci si sta sbagliando? No, come non ci si sta sbagliando circa il danno – non materiale, forse non computabile – che stanno subendo e che continueranno a subire il Ticino, i ticinesi e le loro attività; ben chiara resta infatti la ridicolaggine delle compensazioni all’utenza. Una per tutte: solo fino al 30 novembre, cioè per altre quattro settimane, i viaggiatori godono di uno sconto del 50 per cento sul trasporto di bagagli e di biciclette da e verso il Ticino; non constano proroghe, al momento, né consta un ripristino del sia pur parzialissimo beneficio a decorrere dalla primavera 2024 e, ragionevolmente, sino alla completa riattivazione della linea.